Capitolo I - Come una zecca rivelo’ una cospirazione tecnologica

 

  Versione stampabile in fondo alla pagina

 

Prima di iniziare la lettura del testo, è consigliabile leggere l'introduzione riguardante di predazione per capire esattamente tutto ciò che ingloba la nozione di “predatore” evocata più volte in questi episodi.

 

Gennaio 2015, inverno rigoroso, due piccole stanze in campagna non molto luminose... E’ il contesto che scelsero le nostre anime per insegnarci una serie di lezioni !

Avendo fatto la scelta di essere onesti verso noi stessi imparando ad identificare i trucchi che l’ego ( al servizio del predatore) mette in atto per rimanere al sicuro, ci era divenuto impossibile lavorare per guadagnare danaro.

 

 

Un condizionamento ben ancorato

 

Sentivamo che nell’essere attivi su questa spinta, eravamo comandati a bacchetta dalle nostre paure quando nel nostro profondo, gridavano una moltitudine di voci che reclamavano l’attenzione che non avevano mai ricevuto. Le direttive erano chiare malgrado lo sconforto di essere di fronte a se stessi : rendersi disponibili al 100%.

 

Ma la resistenza è molto ben organizzata ! Ecco il racconto della sua ribellione e dell’apprendimento che ne derivò :

 

Il nostro caro predatore ci indirizzò verso una situazione inevitabile che per noi erano le cure verso i nostri cavalli ! Si, occorreva occuparsi della mandria, pulire il prato recintato del nuovo parco, ecc… La vita attiva che ci eravamo creati ci inseguiva in questo cruciale momento.

 

Il lavoro era fisicamente duro. Prima, per me era normale “dare anima e corpo” per svolgere un compito, ma in quel periodo le voci si facevano sempre più insistenti. Malgrado il freddo, la pioggia, la fatica e questa netta sensazione di non rispettarmi, mi mettevo ancora un velo sugli occhi, e con David, perseveravamo in questo senso.

 

Con quale sistema il mio predatore mi stava manipolando ?

C’è uno strumento molto efficace : senso di colpa e attaccamento ! (Il Dialogo col nostro Angelo n° 38 di Sand e Jenaël è molto esplicito a riguardo).

Questo ancorava le sue radici in un condizionamento secolare : l’onorevole “senso del dovere”.

 

E’ come l’impulso, ad esempio, (considerato normale dalla società) di una madre che fa tutto per i suoi figli senza ascoltare i propri bisogni. Il sacrificio… fare per gli altri prima di fare per se stessi… Non stupisce il mio vivere questo schema visto che è radicato molto strettamente nel lignaggio delle donne della mia famiglia.

 

Una parentesi che riguarda le mie origini familiari :

La parte materna della mia genealogia la dice molto sul collegamento al patriarcato e alle condizioni della donna. La mia bisnonna fu scomunicata dalla chiesa, perché a quell’epoca aveva osato divorziare !

 

Mia nonna è morta a 50 anni per essersi sacrificata per i suoi figli e non aver saputo occuparsi di se stessa esplorando i campi che la appassionavano (l’Egitto e la rilegatura).

 

Quanto a mia madre, che anche lei ripeteva gli stessi schemi, a 50 anni ebbe una forte presa di coscienza e intraprese un grande lavoro su se stessa, questo le permise di prendere un’altra strada rispetto alla traiettoria di sua madre. Queste donne derivavano da un ceto alto-borghese e hanno tutte un temperamento forte, coraggioso, esigente, guerriero, controllore e da leader.

 

Il nome di famiglia da questa parte è “Rey- Herme”. Etimologicamente “Rey” significa “re”, “vincitore” e “Herm” deriva da eremita, “deserto”, “Hermes”.

 

Questo aspetto di un femminile nobile mi rinvia alla coppa femminile colma di sangue reale : Santo Reale; Santo Graal… che, con numerosi stratagemmi, l’energia patriarcale sabota da molte generazioni.

 

Ma apparentemente l’ora del risveglio è arrivata ! Tanto più che questo temperamento femminile e la laurea in genetica di mia madre mettono ben in evidenza la presenza di memorie Amasutum kadistu (femmine rettiliane Gina’Abul che facevano parte delle genetiste creatrici della vita sulla Terra, alle quali si opponevano i maschi Gina’Abul che volevano rendere schiava tutta l’esistenza umana).

 

Fine della parentesi.

 

Ero accecata dal mio attaccamento e dal mio senso di colpa che alimentavano il condizionamento secolare e suicida che vibrava in me ; e poiché non ho figli per creare lo scenario, sono i cavalli che hanno assunto questo ruolo.

 

Occorse che questa situazione di sacrificio si ripetesse per molti giorni di fila, in più quattro punture di zecca nella stessa giornata perché alla fine, crollassi.

In quel momento, presi coscienza dell’importanza che davo, col mio frequentare i centri equestri, al fatto di considerare il cavallo non come uno schiavo per l’umano. Per cui mi davo da fare affinché si potesse avvicinare alle sue condizioni più naturali, selvagge. Passavamo molto tempo e consacravamo enorme energia in questo impegno. Ma non mi ero mai posta la domanda nell’altro senso !

 

Io, giocavo un ruolo di schiava ?… Mi accorsi dell’esistenza di questo enorme palla al piede che mi appesantiva, mi rallentava, mi feriva.

 

Mi ci volle molto perché potessi vedere semplicemente il gioco del predatore che si approfittava di questa falla. Quando si osserva il funzionamento di un’altra persona, è facile rendersi conto del programma di auto distruzione, ma quando concerne noi, è un altro paio di maniche… D’altronde esiste una citazione a proposito : “Vedi le pulci sugli altri ma non vedi le zecche su di te “ Petronio.

 

Poi arriva la sfida inevitabile : applicare la comprensione ! Senza questa, la situazione si ripresenta inesorabilmente con sempre più insistenza sotto diverse forme.

 

 

Seguire le tracce, puntura di zecca e predazione

 

Lo scopo è, come nel caso del mio senso di colpa nei confronti dei cavalli, di andare più lontano nella comprensione del messaggio che la mia Supercoscienza mi fa scoprire con quella puntura.

Ecco un estratto dal libro “Il Profumo”, la storia di un assassino in cui Patrick Suskind assomiglia in modo particolarmente suggestivo ad una zecca, il personaggio di Jean-Babtiste Grenouille :

 

"[ …] come una zecca sul suo albero, alla quale la vita non ha nient’altro da offrire se non una perpetua ibernazione. La piccola zecca così brutta, che dà al suo corpo colore del piombo, la forma di una bolla, per esporre meno superficie possibile al mondo esteriore ; che rende la sua pelle dura e senza fessure per non lasciar filtrare nulla, affinché non trapeli nulla di lei all’esterno. La zecca che si rende deliberatamente piccola e insulsa affinché nessuno la possa vedere e la uccida. La zecca, solitaria, concentrata e nascosta nel suo albero, cieca, sorda e muta, occupata per anni ad annusare il sangue degli animali che passano. […] la zecca, immobile, cocciuta e ripugnante, rimane imboscata, e vive, attende. Attende sino a che un caso estremamente improbabile le porta il sangue giusto sotto il suo albero, sotto la forma di un animale. E solo allora che esce dalla sua riserva, si lascia cadere. Si arrampica, morde e si insinua in quella carne sconosciuta…”

 

E’ più o meno così che ho percepito questa bestiola !

Già, la “zecca”, sono incapace di pronunciare il nome di questo parassita al femminile. Forse perché per me incarna il male :

“il male” (in francese la parola “mal” vuol dire male, mentre “male” significa… maschio quindi gioco di parole NdT)… La parte mascolina che ho ancora difficoltà ad accogliere (in me come all’esterno) poiché non posso impedirmi di vedere in lui il predatore che rifiuto, il vampiro che col suo morso (che secondo il linguaggio medico si dice “morso di zecca”, pompa la mia energia, il mio sangue) !

Questo sangue simboleggia il lignaggio familiare ma anche il sangue delle mestruazioni della donna che dall’origine dei tempi, è ambìto per la sua capacità sacra di procurare al maschio l’immortalità. Ma questa qualità divina si può acquisire solo con la fusione di due esseri su più piani e non con la forza come il predatore maschio cerca di ottenere.

 

Quindi questa zecca ha attecchito, quando accecata dalla manipolazione del mio predatore, non mi stavo ascoltando. Stavamo togliendo i rovi di una parte del castello di “Marcerou”, “ Mars-Roux” “Marte-Rosso”. I vampiri abitano nei castelli! E Marte, il pianeta rosso che porta la memoria di un dominio patriarcale…

 

Questo parassita mi si arrampica addosso e dove mi prende ? Al pube !!!

 

Tra le quattro punture, è l’unica zona che si è infettata. Ed eccomi ancora una volta a dover rivedere la memoria dello stupro…

Certo, molto sottile ma ben evidente quando i segnali si mettono insieme uno dopo l’altro.

 

Per di più la parola “zecca” (tique in francese), deriva dall’inglese “tick” che significa “etichettare”. Questo indizio mi riporta alla matrice che, etichetta, controlla, incasella…

Sul Dizionario si leggono queste indicazione riguardo “tique”:

 

“suffisso che serve a creare delle parole al femminile che hanno un rapporto con l’elettronica e l’informatica.

Administratique (amministrativa)

Bureautique (automazione d’ufficio)

Domotique (automazione domestica)

Immotique (sistema di controllo e gestione degli edifici dal punto di vista elettronico, informatico e delle telecomunicazioni)

Mercatique (marketing)

Panneautique (pannelli pubblicitari)

Presentatique (memoria di produzione)

Privatique (apparecchiatura che consente ad un privato di creare immagini video ,ecc)

Robotique (robotica)

Telematique (telematica)

Traductique (traduzione umana con l’ausilio del computer)"

 

Su linx.revues.org troviamo anche :

 

“Dei neologismi in – tique.

Abbiamo rilevato un paradigma di termini nuovi che terminano con tique e i cui riferimenti sono in rapporto al campo dell’informatica."

 

Ciò che mi salta agli occhi associando i termini “elettronica”, “informatica”, “paradigma di termini nuovi”, “neologismo”, ecc… è il legame diretto con i movimenti transumanisti che sostenuti a livello multidimensionale dalle credenze e tecnologie dei Grigi, fondano tutte le loro speranze rispetto la sopravvivenza di una élite dell’umanità, sulle capacità di una tecnologia di punta.

 

 

« Il transumanismo è un movimento culturale e intellettuale internazionale che promuove l’utilizzo di scienze e tecniche per migliorare le caratteristiche fisiche e mentali degli esseri umani. Il transumanismo considera alcuni aspetti della condizione umana come per esempio l’handicap, la sofferenza, la malattia, l’invecchiamento o la morte come inutili e indesiderabili. Con questa ottica i pensatori transumanisti contano sulle biotecnologie e su altre tecniche emergenti.

Essi prevedono che gli esseri umani potrebbero essere capaci di trasformarsi in esseri dotati di capacità tali da meritarsi l’etichetta di “post-umani”. » Wikipedia`

 

Da qui il loro simbolo dell’umano migliorato “H+” in un mondo biotecnologico retto dalla genetica, informatica ”@”

 

Per saperne di più, ecco un articolo che spiega chiaramente gli obbiettivi transumanisti : qu’est ce que le Transhumanisme ? Tratto dal sito Intelligence Artificielle et Transhumanisme

 

Ritengo questa lezione estremamente ricca e se si fa la lista degli indizi messi in evidenza durante questa giornata, abbiamo :

 

- Paura di ritrovarsi di fronte a se stessi, siamo attanagliati dal bisogno di fare…

 

- Il senso di colpa e attaccamento ci fanno lavorare duro e ci rendono schiavi

 

- Una genealogia di donne che si sacrificano fa mantenere questo comportamento

 

- Il morso della zecca si infetta sul pube quindi colpisce l’intimità, la sessualità. E’ la goccia d’acqua che fa traboccare il vaso e mi permette di

prendere coscienza di questo processo di autodistruzione.

 

- Questa presa di coscienza mi fa vedere chiaramente il rifiuto e il disgusto che provo verso l’energia predatrice

 

- Vampiri e dominio patriarcale : il pericolo di farmi sottrarre la mia energia, la mia energia sacra, di farmi succhiare il sangue del mio Lignaggio Reale.

 

- Le memorie degli stupri regolarmente ravvivate nella mia vita accompagnate dai loro pacchetti di collera, disgusto e incubi di ogni genere.

 

- La Matrice che etichetta e costringe tutti gli esseri viventi d essere tenuti sotto controllo.

 

- Tutte queste nuove tecnologie identificabili col suffisso >tique< (<tica>) mi fanno “tiquer” (sospettare) !! Rivelano l’intenzione cospirazionista di un’unifomazione e robotizzazione dell’umano attraverso le nuove tecnologie.

 

Questa piccola ricapitolazione aiuta a comprendere la logica (molto logica !) dell’insegnamento della Supercoscienza.

 

Io sono soprattutto cosciente che porto, come molti, le memorie dei lignaggi di donne (familiari e multidimensionali) i cui valori femminili fondamentali e sacri furono soffocati con atti violenti o con condizionamenti che inducono l’attaccamento e senso di colpa.

 

Quindi le conseguenze e le reazioni logiche sono : disprezzo, collera, disgusto, odio, rivolta verso il maschio, il sistema patriarcale. Questa guerra interiore ed esteriore che dura da migliaia d’anni è furbescamente mantenuta. Dividere per regnare meglio è una strategia molto efficace che mantiene individui e popoli asserviti.

 

In effetti, tutti gli umani sono abitati da questa dualità maschile/femminile interiore, e la nostra incarnazione terrestre in questa densità è per noi LA possibilità di riunificare tali opposti. Quindi non stupisce se delle “intelligenze superiori” come i Rettiliani e Grigi, impregnati di una logica SDS (al Servizio di Sé) e quindi limitati alla 4° dimensione, mettano in atto tutto il possibile per mantenere la loro “mangiatoia energetica” che è l’umanità.

 

E’ colpendo l’individuo nel suo potenziale “femminile sacro” che questi esseri si assicurano la non realizzazione di tale riunificazione profonda ed esso non rischierà di affrancarsi passando dalla 3° alla 4°densità verso la 5°. Ciò vuol dire che il predatore ha paura di essere piantato in asso dagli umani le cui capacità (inconsapevoli per molti) sono superiori a lui. Si dimena, influenzato dalle sue credenze materialiste espresse in tutto il loro splendore dalle correnti transumaniste, per agire sulla sua biologia (visto che può integrare un corpo fisico) e diventare un sovraumano ultra intelligente e privo di emozioni. Alla fine assomigliando più a un robot o a un Piccolo Grigio che a un umano.

 

 

Il nostro mondo è intriso di questa concezione della realtà affinché tutta l’attenzione si volga all’esteriorità, ai risultati miracolosi di tecnologie “magiche” come l’energia libera prossimamente diffusa dai nostri “salvatori”.

 

L’umano così illuso è lontano mille miglia dal prendere coscienza che la vera chiave da trovare è nella sua interiorità e che questa gli può procurare molti più “poteri” di una tecnologia che gli permette di viaggiare nel tempo e nello spazio… Il cammino verso la chiave comincia, nel mio caso, dal riconoscere e accettare profondamente tutti i sentimenti di rifiuto verso il predatore e il principio maschile.

 

Tali informazioni alle quali avevo accesso già a livello intellettivo, si inscrivono molto più in profondità in me attraverso il mio vissuto, con prese di coscienza che mi si sono rivelate in una realtà che mi parla… cavalli, famiglia, natura…

 

Grazie a degli eventi che possono apparire insignificanti, la mia Supercoscienza mi aiuta permettendomi di identificare le plurime sfaccettature (adatte alle memorie che io stessa ho in me) che l’energia predatrice può assumere.

 

Posso così trarre profitto da queste esperienze che potrebbero verificarsi solo distruttive se non fossi disponibile a usare tutti i mezzi per una approfondita ricerca. Appare quindi l’opportunità di superare un gradino essenziale di questo cammino per liberarsi dagli artigli della Matrice…

 

Le avventure continuano… nel II° capitolo

 

Hélène

 

Télécharger
Capitolo I.pdf
Document Adobe Acrobat 106.1 KB

Écrire commentaire

Commentaires: 0