Capitolo IX, 1° parte - I nostri altri "io" giocano al Gioco dell’Oca

 

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Dai Cagots ai Jacques (Giacomo)

 

Continuando dal capitolo precedente, seguimmo le misteriose tracce delle zampe d’oca lasciate dai Cagots e andammo di casa in casa : Catari, Giacomi, pellegrini, costruttori, fonti, alchimia, etc… Come una spirale, scoprimmo quanto ogni indizio andasse a formare un tutto che ci dava i codici di un’origine comune interdimensionale. Codici che si ha la scelta di risvegliare nella nostra epigenetica per trascendere la realtà della Matrice artificiale per riaprirci alla Matrice originaria.

 

Nel contesto enigmatico dell’inchiesta sull’origine dei Cagots, ci sentimmo molto attratti dalle montagne sopra Lourdes. Guidammo sino al villaggio di San Savin e comprendemmo allora, che eravamo di nuovo sul cammino di Saint Jacques de Compostela…

 

 

Jacqueline, una nonna piena di energia che gestisce una piccola boutique originale, non tardò a svelarci le sue origini cagots ! Per fare un collegamento con i Catari, ci confidò che una medium le aveva rivelato che la riconobbe come “signora Catara” del castello di Blanche-Fort (antico castello strategico all’entrata della valle della Sals nell’Aude). Mentre diceva questo, un’altra Jaqueline entrò in negozio e partecipò alla discussione sui Cagots leggndoci una parte di un romanzo che lei ha scritto sull’Aude, paese che l’ha tanto emozionata.

 

E come per caso quello stesso giorno, un nuovo libro sull’argomento dei Cagots, arricchì la presentazione di Jacqueline. Esso è scritto da un Jacques (Jacques de Boisseron)…

 

Jacqueline ci consigliò di andare a Lourdes in un ufficio di accoglienza per pellegrini e andare a trovare un tipo specializzato nei Cagots che lei conosceva.

Una volta sul posto (ma non avendo trascritto molto chiaramente le indicazioni per trovare il nostro uomo), entrammo nel primo luogo che trovammo destinato ai pellegrini : “La fermata Jacquaire”. Venendo a conoscenza delle nostre ricerche, due persone scoppiarono a ridere, Jacky lì presente non era l’uomo che cercavamo ma si presentò come un appassionato di storia medievale che indagava appunto sui Cagots ! Quanto al signore dell’ufficio, ci parlò del suo percorso iniziatico e professionale come Compagnon de devoir (…I Compagnons de devoir [compagni di mestiere] sono i membri di un movimento che assicura ai giovani una formazione a mestieri tradizionali), quindi figlio del Maestro Jacques e come si era appassionato al cammino di Saint Jacques che aveva percorso 8 volte !

 

A giudicare dall’insistenza dei segnali, i Jacques sono perspicaci e sanno farsi ascoltare !

Comprendemmo che avevamo “la missione” di continuare ad approfondire le ricerche sul legame che univa Cagots, i Catari, il cammino di Saint Jacques, i compagni di mestiere, ma soprattutto la missione per ricongiungere i pezzi del nostro puzzle interiore…

Le informazioni che seguiranno ora sono complementari con il Dialogo n° 45 di Sand e Jenael.

 

Per di più, ci venne in mente un dettaglio importante : Jenael fu il primo a contattare le sue memorie di Cagots. Queste rimbalzarono su altri “compagni di squadra”. Il nome anagrafico di Jenael è Jean-Jacques (Giovanni-Giacomo) ! “Jacques” qui è accompagnato da “Jean” che è il nome che avevano numerosi Catari. Nel cercare il messaggio originale degli insegnamenti di Cristo, si riferivano al vangelo di San Giovanni, e si ispiravano alla corrente di pensiero gnostico.

 

Quando ritornammo a casa, alle nostre due piccole stanze che fungono anche da laboratorio, ci immergemmo nella ricerca di diversi documenti. Emersero molti segnali che si unirono alle indicazioni ricevute sul posto !

 

 

Le nostre scoperte a proposito di “Jacques”

 

Tradizionalmente, Jacques significa “savant (sapiente)”.

E’ a San Savin che abbiamo vissuto numerose sincronicità che insistevano sulla presenza dei Jacques. Savin, che secondo la lingua degli uccelli evoca chiaramente “savant”.

Notammo lo stretto legame tra gli edifici maestosi che avevamo visitato – abbazie, castelli, chiese, cappelle – e i Jacques, Jacky, Jacqueline che attiravamo a noi, senza contare che ci trovavamo molto spesso sui cammini di Saint Jacques o il cammino dei Jacquets.

 

“Jacques" è il nome generico di questo popolo di costruttori e paesani, popolo della pietra e della terra, pre-celtico , che viaggiava dappertutto nel mondo occidentale e mediterraneo. Si devono a loro i menhir, i dolmens, numerosi templi su tutto il bacino mediterraneo, il gallo-romano, e le innumerevoli costruzioni sacre dell’epoca cristiana.

La loro Università è il “Cammino delle stelle”. La lingua che parlavano era l’argot, la lingua dei paperi che il francese del XIX secolo snaturerà in lingua degli uccelli, e l’arte gotica.“ Jean-Claude Flornoy http://www.letarot.com/Maitre-Jacques/index.html

 

La lingua dei paperi… Ancora una somiglianza tra Cagots, Catari e altri popoli in cerca della Conoscenza. Ancora una volta vedevamo apparire la logica di un apprendimento alchemico fondato sugli insegnamenti della Vita che non dipendono da alcun dogma, ma si aprono un passaggio da migliaia d’anni nelle stesse religioni e società segrete.

 

“Maestro Giacomo" (Jacques), nell’antica tradizione dei Compagnons della fraternità detta dei “bambini di Maestro Jacques” e negli attuali “Compagnons dei mestieri”, è un cireneo, originario di Carte. Fu inviato da Hiram de Tyr, per conto del re Salomone, al fine di costruire il tempio di Gerusalemme. Era intorno al 900 avanti Gesù Cristo.

Era della razza che ha coperto l’occidente di megaliti e di dolmens.

E’ un jars (papero), un Maestro Jars.

Maestro, viene iniziato alla natura della pietra e la leggenda narra che esso intagliava la pietra dall’età di quindici anni.

[…] Questa stessa leggenda ritiene Maestro Jacques come responsabile della colonna Jackin e forse anche della colonna Boaz.

I traduttori della bibbia danno anch’essi un significato a Jakin : “egli affermerà”, ma in lingua basca questa parola significa : sapiente o il sapiente. Il primo Libro dei Re (VII-22) aggiunge : in cima a queste colonne c’era un’opera a forma di iris.

Iris, tridente o zampa d’oca ? Il marchio fu avvalorato sia per Hiram, del “popolo papro”, che per il Maestro Jacques e la sua zampa d’oca.

Louis Charpentier 1971 http://letaror.com/Maitre-Jacques/pages/extrait-de-Louis-Charpentier.html

 

E’ interessante notare l’allusione al Maestro Jars (papero), (notare che il maschio dell’oca si chiama jars), che ci collega al popolo dei Cagots che furono obbligati a portare una zampa d’oca rossa, così come gli ebrei con la stella gialla. In effetti i figli del Maestro Jacques sono anch’essi “marchiati”con la zampa d’oca. Il loro nome era anche Compagnon della Zampa d’Oca e si trovano le tracce del loro simbolo d’iniziati lungo tutto il cammino di Saint Jacques de Compostela…

 

La relazione tra i Compagnon del giro di Francia e il pellegrinaggio di Compostela non è un segreto, benché sia molto poco trattato dalla letteratura. Ecco qualche informazione complementare a questo argomento :

 

“Due elementi : da un lato, alcuni autori stabiliscono una relazione tra il giro di Francia considerato come un viaggio e quest’altro viaggio che è il pellegrinaggio di Saint Jacques.

Il Maestro Jacques sarebbe nato a Jacca, proprio dall’altra parte del limite di Roland. [non lontano da Saint Savin !]

L’autore [Louis Charpentier, ancora un nome di Cagot...], stabilisce un legame categorico tra i costruttori di cattedrali, i Compagnon del rito di Maestro Jacques e il viaggio di Compostela e il suo termine a Saint-Jacques in Galizia.

Secondo lui non ci sono dubbi : Il cammino Saint Jacques, in Spagna, è un cammino iniziatici datato, almeno, dal neolitico e il cui percorso sembra non essere mai stato interrotto. Il suo nome deriva dal fatto che è un cammino di iniziati, ossia di sapienti. “ http://www.saint-jacques.info/dechiffrer/compagnons.htm

 

Questa vetrata realizzata nel 1975 da un Compagnon pittore di vetri rappresenta Maitre Jacques. L’artista ha chiaramente espresso il legame, ossia l’identità, che esiste tra Maestro Jacques e San Jacques con la presenza di una conchiglia sopra la testa del fondatore dei Mestieranti. (nell’immagine c’è una croce rossa centrale), Con questa croce rossa centrale, non ha voluto introdurvi anche i Templari e i catari ?

 

Nulla impedisce di pensare che questi due Jacques sono uno solo e lo stesso personaggio. Maestro Jacques sarebbe il fondatore di una comunità di costruttori talentuosi, che devono la loro iniziazione a un pellegrinaggio. Mentre Saint Jacques il Maggiore, uno degli apostoli di Cristo, vide edificare in suo onore una chiesa diventata cattedrale di Saint Jacques di Compostela centro di un pellegrinaggio iniziatico il cui percorso è cosparso di costruzioni alchemiche…

 

Ma più che lo stesso personaggio, mano a mano che procedevamo nelle ricerche, percepimmo che il famoso Jacques non è altro che l’insieme di più individui che hanno segnato la storia con le loro specifiche capacità. Piuttosto converrebbe parlare di un potente gruppo di iniziati che rinforzò ogni essere che portava la stessa essenza.

Comunque :

 

“Il [Maestro Jacques] era di fatto Jacques de Molay, grande maestro dei Templari (i cavalieri del Tempio) che erano dei grandi costruttori.“ http://fr.wikipedia.org/wiki/Ma%C3%AEtre_Jacques

 

 

Misteriosi costruttori

 

Seguendo questo filo di Arianna rosso, queste zampe d’oca rosse, le croci templari e catare rosse – il colore rosso simboleggia l’ultima tappa della Grande Opera : l’incarnazione dello spirito nella materia –, continuammo a trovare costruttori fuori dal comune. Ci si può chiedere come mai questo aspetto “costruzione” fosse così tanto presente nella nostra ricerca...

 

Studiamo allora cosa si nasconde dietro la facciata “costruttore”.

Tanto più lontano di quanto si possa risalire rispetto all’esistenza umana terrestre, l’arte della costruzione sacra trae la sua origine dal Regno di Thulé, in Lemuria e in Atlantite. Queste civiltà avevano ereditato o acquisito una conoscenza sulle leggi che reggevano l’universo.

Attraverso la percezione delle polarità della materia di 3° densità, quindi la percezione della gravità che è una condensazione di informazioni, e anche con una visione sottile che i permetteva loro di vedere le griglie energetiche e i punti tellurici, essi potevano stabilire un progetto estremamente preciso.

 

In seguito, tutto avveniva attraverso l’intermediario di un processo interiore : così come l’alchimista deve vivere un’alchimia interiore affinché il metallo si trasmuti, questi iniziati entravano in risonanza con l’energia debole della materia con l’utilizzo di questa stessa forza che si attivava nella loro propria materia. In tal modo potevano beneficiare di un campo d’azione sulle energie telluriche e cosmiche.

 

“Proveniente dai megaliti, questi prodigiosi intagliatori di menhir e “addestratori” di dolmen derivanti loro stessi dai costruttori atlantidei, questa arte di energie e polarità è stata trasmessa con una strada affiliazione, quella dei Jacques. Sotto il nome di diverse fraternità come il Clan del Lupo, questo sacro sapere ha oltrepassato le generazionesino ai costruttori di cattedrali medioevali. Adepti dell’arte del tratto e del taglio, artigiani, carpentieri, vetrai, intagliatori della pietra e del legno, tutti i Compagnon avevano ricevuto l’iniziazione.

[…] L’arte della costruzione sacra prende origine in Atlantide. E’ l’arte di manipolare le energie della Terra e del Cosmo, queste energie telluriche che gli antichi chiamavano la Wouivre e che alcuni hanno chiamato Vril.“ http://eden-saga.com/histoire-compostelle-compagnons-batisseurs-sacres-jacqueries-cagots.html

 

Numerose pietre rialzate – come si testimonia nel villaggio vicino a Saint Savin, Pierre-Fitte, derivato dal latino petra ficta che significa “pietra fissata” (ossia piantata al suolo) – datano la nostra precedente èra e testimoniano una Conoscenza segreta e misteriosa che possedeva un popolo che non ha lasciato alcuna traccia scritta, alcuna città, alcun sistema di strade e anche nessun resto reperto agricolo.

Considerati oggi dai nostri storici come dei selvaggi, non è che questi selvaggi avrebbero in verità da insegnarci ?

E per quale ragione ostinarsi a erigere pietre ?

Laura Knight scrive :

 

“E’ come se questi cerchi e altre strutture megalitiche DOVESSERO essere costruite in pietra per una precisa ragione : come se le pietre avessero una funzione, come se FACESSERO qualche cosa !

 

Inoltre i costruttori di megaliti sono EFFETTIVAMENTE scomparsi. Gruppo dopo gruppo. Questo lascia intendere un fenomeno ancora più interessante. La manipolazione dello spazio-tempo. Sé fosse così, allora si può comprendere perché tutti i segni della presunta civiltà fossero per loro inutili.

Coloro che maneggiavano la pietra, non avevano alcun BISOGNO di alcun segno di “civiltà”, per la semplice ragione che le pietre si caricavano da sole !

 

Sono state fatte delle ricerche sulle capacità “di registrare” delle pietre degli edifici… campi energetici, griglie terrestri e così via. Alcune pietre in certe condizioni producono elettricità… E se le pietre servivano ad amplificare le energie mentali… ebbene queste energie sarebbero potute servire non solo al trasporto (rendendo così superflua la strada), alla comunicazione e alla registrazione di informazioni (rendendo così superflua la scrittura), ma forse anche a “manifestare” tutto ciò che fosse necessario all’esistenza, come il cibo e altri beni di consumo (rendendo superflue le città e l’agricoltura).“ L’Onda, tomo III, pag 269

 

Diventa dunque molto interessante spulciare dietro la facciata. Pietre che servirebbero a tutto… Ovviamente non è così semplice, perché si tratta prima di tutto di una Conoscenza delle leggi universali vissute e integrate. Solo l’accesso interiore all’energia debole – in altre parole alla coscienza SDA (al Servizio degli Altri ) – permetterebbe un simile modello di vita.

Non sono le pietre in sé ad essere la cornucopia, bensì esse focalizzano, amplificano ed emettono, come delle antenne, il campo d’informazione debole che circonda la Terra e il Cosmo. L’abbondanza che ne risulta da questo processo di fusione di densità e dimensioni, dipende dal grado di iniziazione dell’individuo :

 

“…parlo di quello che doveva essere quella realtà nella società dei costruttori di megaliti che, con la loro interazione con le forze celesti, erano capaci di materializzare tutto ciò di cui avevano bisogno senza aggredire l’ambiente circostante terrestre.“ L. Knight, L’Onda, tomo V, pag 25

 

Per essere in sinergia con le energie cosmo-telluriche, l’umano in contatto col suo potenziale SDA deve rispettare alcune procedure. Ha bisogno di mettere in moto le particelle secondo una forma ben specifica ; la spirale. Queste civiltà pre-diluviane utilizzavano dei movimenti del corpo, alcuni suoni e l’armonizzazione delle energie maschili e femminili. Attraverso un aumento dell’energia debole nei e tra i corpi biologici, lo spin compresso dall’energia forte dei quarks (che risiedono in ogni nucleo atomico), può rimettersi in movimento lasciando affluire l’energia debole, vettore di connessione interdimensionale.

 

Ai nostri giorni, alcune danze ancestrali come quelle dei dervisci roteanti, sono ancora portatrici di questi movimenti, alcuni canti, come i canti mongoli o degli inuit (di cui parleremo nella seconda parte), sono anch’essi portatori di questi suoni, e alcune vie tantriche non occidentalizzate (quelle che noi oggi nominiamo erroneamente secondo le nostre credenze limitate, sessualità sacra), ci ricordano le capacità che abbiamo sulle linee temporali.

 

Il tema dell’energia è molto presente in tutte le tradizioni e soprattutto l’importanza vitale di preservare la propria energia e saperla orientare.

 

“Il fatto è che tu non impari la stregoneria mano a mano che il tempo passa. piuttosto, ciò che impari è risparmiare la tua energia ; questa energia ti servirà a maneggiare alcuni campi di energia che ad oggi ti sono inaccessibili. E’ questa la magia : la capacità di utilizzare i campi di energia che si devono impiegare per percepire il mondo ordinario che conosciamo.“ Carlos Castaneda, La forza del silenzio, pag 11

 

Il cammino di Saint Jacques è costellato di luoghi e costruzioni polarizzati in modo molto specifico dagli esseri iniziati alle energie telluriche : gli atlantidei, o comunque quelli tra loro che andavano verso un futuro evolutivo attraverso la realizzazione dell’alchimia interiore.

Sono questi ultimi che quando sono giunti in terra sconosciuta hanno eretto, su dei punti molto strategici lungo tutta la costa del Nord della Spagna (e in seguito in altri diversi luoghi dell’Europa), dei monoliti. Li hanno sistemati in modo tale che le loro capacità intuitive, telepatiche, di teletrasporto e altre che neppure possiamo immaginare, gli permettessero di mantenere in quel luogo più densificato, le loro capacità d’interazione con lo spazio e il tempo.

 

Un dettaglio importante al quale allude Laura Knight, e che conferma le nostre intuizioni, è la scomparsa delle civiltà che avevano sviluppato questa energia cresciuta con il loro ambiente. Questi gruppi di persone hanno saputo adattarsi alla loro matrice di 3°densità SDS amplificando il loro potenziale SDA, quindi hanno imparato come funzionare con la modalità di scambio energetico su tutti i piani piuttosto che solo su una presa energetica come funziona attualmente l’umanità. Interagivano quotidianamente con la 4° densità ma erano esseri di 3°densità.

 

Pur se di tendenza fortemente SDA, i loro bisogni vitali dipendevano sempre dalla matrice SDS (nutrirsi, spostarsi, comunicare, etc.). Per questo motivo utilizzavano una “tecnologia” esterna propria al servizio di sé, come quella dei “minerali attivati”, per trascendere le leggi spazio-temporali di questa densità.

Essi non si attaccavano con alcuna scusa a questa tecnologia poiché sapevano che la loro ricerca di autonomia energetica li avrebbe portati a diventare loro stessi l’emissione del megalite, la vibrazione del canto, la forza della kundalini e il vortice della danza spiraleggiante… A quel punto non sarebbero più stati limitati ad alcuna costrizione di sopravvivenza propria della 3° densità, e avrebbero semplicemente creato il loro nuovo futuro collettivo, la loro terra parallela di 4° e poi di 5° densità SDA. Sarebbero perciò “scomparsi “agli occhi degli abitanti della terra di 3°densità.

 

Salvo, naturalmente, coloro che, per paura o avidità di potere si sono aggrappati a queste tecnologie “miracolose” e ad oggi stanno continuando il periplo SDS facendo promozione delle loro capacità sovraumane e dei loro potenti giocattoli !!!

 

 

Piccola disgressione tecnologica

 

E’ importante portare chiarezza su questo argomento.

L’utilizzo dei minerali, ad un certo livello di evoluzione che è quello dell’attuale umanità può verificarsi pericoloso, nel senso di orientare l’individuo verso un pendio involutivo. A questo proposito leggere la definizione : la tecnologia SDS o SDA ?

 

Ovviamente ciascuno deve attraversare prove per comprenderne la lezione, quindi vivere queste esperienze SDS per poter in seguito scegliere tra la biforcazione di un futuro evolutivo o involutivo. Tuttavia, appigliarsi al potere o al benessere che i cristalli procurano, teschi di cristallo, sistemi di simboli tipo Reiki, Lettere di Fuoco, così come i mantra e tutto ciò che vi si rapporta, è una vera trappola. Lo stadio d’evoluzione di cui parliamo qui è quello dell’umano che non ha realizzato in lui le metamorfosi alchemiche necessarie alla deprogrammazione dei suoi impianti SDS psichici e fisici, quindi circa 99,9% dell’umanità…

 

Visto che la nostra profonda natura è governata dalla psiche del predatore di 4°densità SDS, ogni strumento terapeutico o spirituale esterno che utilizzeremo, sarà votato a distoglierci dallo sviluppo del nostro vero potenziale creatore, quindi dallo sviluppo della nostra polarità SDA. E’ quindi questione di strumenti esterni promossi da altri.

 

E’ importante insistere su questo punto perché le persone iniziate dei popoli antediluviani di cui stiamo parlando, utilizzano certo un aiuto esterno per adattare il loro scambio energetico SDA ad un ambiente SDS. Questo strumento esterno non contrasta la loro evoluzione poiché essi VIVONO, come gli alchimisti, la trasformazione che provocano nella materia e non partecipano, come gli apprendisti stregoni muniti di bacchette magiche, ad accentuare lo squilibrio tra la luce e le tenebre, o “falsa luce” e tenebre (poiché la Vera Luce ingloba entrambe).

 

Ma ritorniamo ai nostri costruttori e alle tracce palmate che abbiamo lasciato !

 

Queste indagini hanno quindi permesso il tuffarci ad incontrare la parte immersa dell’iceberg dei Maestri Costruttori e abbiamo potuto scoprire che dietro a dei talenti da costruttori, si nascondono altre facoltà “magiche”, che tuttavia, perdono la loro aura misteriosa a mano a mano che si avanza sul cammino alchemico. Il muro della cattedrale lascia progressivamente apparire il cammino da percorrere...

 

Ecco tre simboli del principio femminile, l’acqua, la zampa dell’oca, e la conchiglia che completarono il Gioco dell’Oca.

 

“In cima ad un dosso sporge una pietra sulla quale sono inscritte un triskell (simbolo celtico. Traduzione…”tre raggi…”, una spirale ripetuta tre volte) e un segno solare a forma di zampa d’oca. La pietra rivolta a Est indica il punto cardinale Est. Quella di Nord-Est indica il tracciato del sole al suo sorgere durante il solstizio d’estate (21 giugno), quella di Sud-Est, il sorgere del sole al solsstizio d’inverno (21 dicembre).

Il segno/I ( la stanghetta di destra è come la sinistra come dimensione… ma non sono capace di disegnarla… n.d.t) inciso sulla pietra al centro del tumulo, rappresenta l’asse solare in questi periodi. E’ chiamato “il Segno invisibile“. http://www.lescompagnonsduchemin.fr/?p=262

 

“tre tratti che si riuniscono in un solo punto, modo con cui i carpentieri marcano alcuni pezzi di legno.“ http://fc.wikipedia.org/wiki/Patte_d’Oie

 

"Il cammino di Saint Jacques è precedente al cristianesimo ; trae le sue origini dalle stradizioni celtiche ; è collegato al popolo scomparso di Atlantide ; è un cammino iniziatico e il suo percorso conferisce la Conoscenza ; I Compagnon del Maestro Jacques sono chiamati anche “I Compagni della Zampa d’Oca” o “Piededoca”. http://eden-saga.com/histoire-compostelle-compagnons-batisseurs-sacres-jacqueries-cagots-html

 

“E infine e sempre, questa zampa d’oca, fatta di tre tratti disposti come le tre dita dell’oca, che si trovano ricamati sui cappucci dei Piedidoca e che, in origine, indicava i lontano pellegrini di Compostela. Con una deformazione successiva, è diventata la Conchiglia Saint Jacques. O anche il fiore giglio, evidente interpretazione dell’impronta della zampa d’oca Gamache, uccello sacro del regno di Thulé.“ Henri Vincenot, Le stelle di Compostela, pag 172

 

Costruzioni megalitiche, conoscenza dei cicli cosmici, cammino di Saint Jacques, zampa d’oca, acqua, conchiglia e origini pre-diluviane ; tutti ci riconducono al principio femminile.

 

Questi elementi fanno intrinsecamente parte della ricerca degli iniziati. Questi ultimi SANNO che il principio femminile inizia la danza verso il processo di redenzione dell’angelo caduto : la riconquista multidimensionale dell’androginìa. Essi applicano la Conoscenza che unisce il principio femminile e maschile del girone matriciale…

 

Il Graal o la conchiglia sono i crogiuoli della trasformazione della polarità SDS in polarità SDA. Non è quindi strano che siano presenti lungo tutti i cammini e sulle alture tradizionali d’iniziazione.

 

Da questo cammino sino in Galizia – luogo d’arrivo degli Atlantidei portatori dell’energia predatrice Cristica – il pellegrino ritornava alle origini, verso l’integrazione delle “eaurigines” -origini- (eau in francese = acqua… riferimento al linguaggio degli uccelli….n.d.t), verso la Fonte, il Principio Femminile così tanto occultato dal sistema patriarcale.

 

 

La conchiglia San Jacques

 

Non c’è migliore raffigurazione del quadro di Botticelli “La nascita di Venere” per illustrare il simbolo del cammino di Saint Jacques.

 

 

D’altronde è un quadro che all’epoca era estremamente oltraggioso per la profanazione dei tabù instaurati dalla Chiesa. Nessun corpo femminile doveva essere rappresentato nudo tranne quello di un’Eva peccatrice piegata dalla vergogna, punita e cacciata dal paradiso. La nudità femminile così esposta, accompagnata da un atteggiamento sensuale e con una conchiglia San Jacques che simboleggia il sesso femminile, evocava senza alcun dubbio le conoscenze pagane alchemiche.

Questo quadro evitò per un pelo il “rogo delle vanità” della notte del Martedì grasso 1947 in Italia che segnò a Firenze, la fine degli sforzi umanistici per ristabilire la divinità venere.

 

Lo vediamo in Zefiro, slanciato verso la sua “metà”. E’ l’essere alato che soffia il vento della rinascita.

 

La conchiglia San Jacques è il crogiolo alchemico che riunisce il mondo in basso al mondo in alto. Essa è condotta dalle Acque (elemento del basso che ha in sé la dimensione emozionale femminile) e spinta dallo Spirito (elemento dell’alto che simboleggia il polo maschile più intellettuale). Queste due forze si alleano per far crescere la conchiglia e la Venere sino all’alba del nuovo mondo.

 

Sostenendo la divinità pagana, la conchiglia simboleggia la sessualità e la fecondità, la matrice nella quale si svolge la trasformazione perché possa avvenire la rinascita dell’Uomo nuovo. E guidato dalla Conchiglia Saint Jacques, il cercatore di Verità cammina e attiva, grazie ad un processo emozionale e intellettuale, le sue facoltà androgine, l’energia debole, la Kundalini, sino ad arrivare all’alba del nuovo mondo. Nuovo mondo simboleggiato da una déa della primavera che attende l’eletto per rivestirlo di un abito pulito, una nuova pelle…

 

Quanto al Maestro Jacques costruttore, ci ha anche lasciato un indizio che non l’abbiamolasciata andare :

Le leggende lo fanno assassinare alla Santa Baume da uno dei confratelli compagni, dei “bambini di Padre Soubise”.

 

“Il [Maestro Jacques] sarebbe arrivato sulla nostra terra dopo la morte di Salomone e la dispersione degli Uscieri del Tempio. La sua tomba sarebbe quella di uno sconosciuto, situata nella grotta della Santa Beaume.“ http://fr.wikipedia.org/wiki/Ma%C3%Aeetre_Jacques

 

Questa grotta è un luogo sacro votato specialmente a ISIDE, la vergine Nera, e dove erano praticate, dai Celti e i loro druidi, i culti dedicati alle dee della fecondità. La grotta ospita la tomba di Maria Maddalena che secondo le leggende ci visse come eremita per 33 anni della sua vita.

 

Il pellegrinaggio della Santa Baume viene rivendicato come un pellegrinaggio dei Compagon associato tanto a Maria Maddalena quanto al Maestro Jacques. D’altronde la data di questo pellegrinaggio comune è fissata il 22 luglio. E’ il giorno di SIRIO chiamato dagli egiziani la Stella d’ISIS. Essa annunciava l’inondazione del Nilo, le lacrime della dèa necessarie alla fertilità della terra.

 

Un documento apporta ulteriori precisazioni molto interessanti riguardanti i fatti simbolici della presenza del Maestro Jacques e Maria Maddalena in questa grotta :

 

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Il pellegrinaggio alla S. Baume era è inevitabile per i Compagnons. In questo modo rendevano omaggio al loro Santo patrono Maestro Jacques e alla loro santa patrona Maria Maddalena.

Con l’associazione di questi due archetipi portatori di un’energia alchemica, la nostra intuizione di partenza cominciava ad avere un senso. E’ a Kiristos, l’energia cristica che risulta da un cammino in trasformazione epigenetico, che i “figli del Maestro Jacques” si riconnettero.

Queste polarità femminile e maschile riunite nella stessa grotta, simboleggiano il germe dell’androginìa. “I Jacquets” (Giacomi) ci guidano verso l’energia androgina, che con l’alchimia del crogiolo – che è la grotta impregnata di lacrime della dèa o la conchiglia portata dal mare – guida l’iniziato verso un nuovo mondo. E il pellegrinaggio di S. Jacques de Compostela svela poco a poco A COLUI CHE CERCA questa Conoscenza Segreta.

 

Tra questi simboli marini, come abbiamo visto, la zampa d’oca è intimamente legata al “coquillages des Jacques”. (letteralmente… conchigliamento dei Giacomi… n.d.t.)

 

 

La zampa d’oca

 

“Il Paese Tolosiano” (di Toulouse) dell’epoca era vasto ; esso si estendeva sino in Italia. Si parlava “L’occitano o lingua d’oc” una lingua romana praticata dal sud della Francia sino al nord-ovest dell’Italia.

 

E’ nella Linguadoc o “paese della lingua d’Oc” che si parlava la lingua dei paperi, questa lingua iniziatica che permette di VEDERE il contrario del disegno matriciale di 3D (“Oc… Oca “).

L’Italia del Nord fu appunto un territorio dove il catarismo si radicò fortemente. Le leggende della Linguadoc, raccontano che questa regina dei paperi maschi delle papere/oche) aveva bisogno di molta acqua !

 

“Il tema della Regina Pédauque, riunisce in sé molte costanti : si tratterebbe di una donna di origine nobile o aristocratica, colpita sia dalla lebbra (labbro leporino) e anche dai piedi palmati come quelli di un’oca, e spesso viene collegata al tema dell’acqua (i bagni e gli acquedotti, le diverse fontane e fonti miracolose). Le diverse esegesi non si sono sbagliate troppo nel cercare spiegazioni più o meno ingegnose. La regina Pedauque sarebbe stata un’eccellente nuotatrice che utilizzava l’acquedotto per andare e venire da una riva all’altra della Garonne. Solamente il suo amore smodato per i bagni le avrebbe reso giustificato il sopranome di “pé d’auca”. (piede d’oca) […]

“Non volendo Dio che una creatura così virtuosa abbracciasse il culto pagano, le inviò una lepre…”

Nascondendo la sua malattia, battezzata, guarì, ma nascose anche la sua guarigione [che le conferiva i piedi palmati]. Bertrand racconta che suo padre il re le fece edificare un quartiere detto la Peyralade, un magnifico palazzo di cui una sala, detta bagno della regina, venne provvista direttamente di un bacino di acqua. http://fr.wikipedia.org/wiki/Reine_P%C3%A9dauque

 

E’ straordinariamente chiaro. Wikipedia ci svela l’identità della Regina : quella di una creatura acquatica o detto in altri termini di una regina Abgal.

 

Se l’acqua è così presente dall’inizio della nostra indagine, è perché essa rappresenta il mondo di questi esseri acquatici multidimensionali che hanno lasciato nel nostro genoma la loro compassione con un forte potere redentore. L’acqua sede dell’alchimia delle emozioni, che ci permette di ritrovare il cammino segnalato dalla conchiglia San Jacques, delle nostre “eaurigines” (origini… eau acqua in francese si pronuncia o… da cui… origini. n.d.t).

 

Numerosi iniziati (Cagots, Jacquets, alchimisti…) partirono sul cammino di Saitn Jacques prima di manifestare la loro creazione nel mondo esterno.

 

Nicolas Flamel, celebre alchimista del 17° secolo scoprì un libro di magia, che solo un Saggio, abitante del Nord della Spagna sul cammino di San Jacques, poteva riuscire a decodificarne la simbologia misteriosa in esso contenuta permettendo di realizzare la Grande Opera.

 

Percorrere il cammino di San Jacques divenne una fase necessaria alla sua ricerca iniziatica. E quando vi giunsero, lui e la sua compagna Pernelle, compirono la Grande Opera, arricchendosi rapidamente e facendo usufruire numerose persone della loro ricchezza. Ma soprattutto, acquisirono la facoltà di eludere le leggi transdimensionali dello spazio e del tempo, che molti tradussero con l’acquisizione dell’immortalità.

 

 

Le caratteristiche della loro ricerca lasciano presumere l’accesso ad una Saggezza Universale, cosi come ad una realizzazione profonda del loro equilibrio interiore maschile/femminile che li avrebbero sospinti verso una orientazione reale al servizio degli altri. Di conseguenza, essi accedettero alle libertà fisiche e psichiche della 4° densità SDA.

 

Si può anche comprendere la minaccia che questi esseri rappresentano per il sistema SDS che ha bisogno del loro asservimento (e soprattutto della non divulgazione del virus “risveglio” ai loro consimili), per poter continuare a sottrarre la loro energia vitale. Le persecuzioni che ebbero luogo nel corso della storia dell’umanità furono degli strumenti di contenimento.

Pertanto, in questo tempo particolare, ci possono servire da trampolino… Ma solo se ci immergiamo con tutto il nostro Essere nel decriptaggio dei messaggi lasciati da questi altri noi, questi paperi discreti ma ben presenti, e poi soprattutto, se noi APPLICHIAMO le prese di coscienza che ne risultano !

 

E’ per questo che la seconda parte di questo capitolo tratta delle persecuzioni secondo la prospettiva “trampolino”. Essa funge da sintesi-conclusione in rapporto alle memorie Catari/Stregoni rivissute nell’Aude (cap. VII) e anche alle memorie di Cagots/Sorginak che riemersero nei Paesi Baschi (cap VIII).

 

Hélène

 

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