Capitolo VIII, 1° parte - Catari, Cagots, Streghe e Creature con le corna : il messaggio esce dall’ombra…

 

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Questo scritto fa parte di un trittico costituito dal capitolo precedente, il capitolo VII Quando lo scenario dell’inquisizione diventa uno strumento di deprogrammazione, al capitolo seguente.

Per una più profonda comprensione delle informazioni che seguiranno, vi consiglio di prendere il tempo per leggere o guardare alcuni documenti disponibili sull’argomento dei Cagots, su Reseau LEO (per esempio quello con la storia Kepa Olaizola e “in cerca e idagine” sui Cagots).

 

Nella continuità delle nostre incarnazioni catare che sono emerse nell’Aude (già raccontate nel cap. VII e Il richiamo dai paesi Catari di Sand e Jenael), fu nei Paesi Baschi che i Cagots ci sveleranno dei segreti…

Una trama simile andava delineandosi da un lato all’atro dei Pirenei :

- Proprio come nelle terre catare di Bézu, la Vita ci guidava tutti e quattro ora David sostituito da Emma) in terre Cagots affinché ricordassimo…

- Proprio come nell’Aude dove l’emergere delle memorie catare ci fece rivivere le peripezie delle Streghe, qui i Cagots ci misero in contatto con le streghe basche chiamate “Sorginak”.

- Infine, proprio come a Bezù, le memorie karmiche si riattivarono in presenza della nostra “consorella Sorgin”, Marie-Jeanne, di altri confratelli ; ma anche del nemico di un tempo… l’inquisitore.

 

Tali legami, di fatto sono logici poiché i Cagots, questi iniaziati esiliati, sono in gran parte discendenti dei Catari, sfuggiti all’Inquisizione (il video con Kepa Olaizola, tratta questo tema dettagliatamente). Inoltre, gli esseri chiamati “Streghe” o “Sorginak”, non sono altro che i depositari femminili della conoscenza di questi popoli iniziati.

 

Piccola precisazione a proposito dei termini “incarnazione” e “reincarnazione”. La corrente gnostica utilizza il termine “trasmigrazione dell’anima” per qualificare questo processo in modo più preciso :

 

“I catari conoscevano anche la differenza tra la trasmigrazione – l’anima nel corso della sua esistenza, migra di corpo in corpo e di vita in vita – e la metempsicosi – che indica il cambiamento di stato o del livello d’essere dell’anima, quando per esempio passa da una vita vegetale ad una vita animale“ http://editionsdulaurier.com/2017/01/29les-cathares-amis-de-dieu-et-de-la-verite/#sdfootmote2sym

 

E’ così che le diverse linee temporali s’intrecciavano nuovamente e che un DNA sino ad allora addormentato entrava in effervescenza mano a mano che degli impulsi ci facevano ritrovare con le persone e i luoghi ritrovati.

 

L’umano che è fatto di materia, quindi di particelle, risponde lui stesso ai criteri del famoso stato di correlazione descritto dalla fisica quantistica. Questo stato mette in evidenza che due particelle che hanno conosciuto questo stato di correlazione rimangono legate attraverso lo spazio e il tempo. La scoperta di questi legami dà conferma del fatto che la materia è lo specchio dello spirito, visto che questi manifesta la proprietà di intrecciare relazioni non causali (non rispondendo cioè al principio di causa-effetto lineare) e non del luogo :

 

“Due sistemi fisici, come due particelle si ritrovano dunque in uno stato quantico nel quale formano un solo sistema in un certo senso sottile.

Qualsiasi azione su uno dei sistemi influenza l’altro, indipendentemente dalla distanza che li separa. Prima dell’intersezione, due sistemi fisici senza correlazione erano in stati quanti indipendenti ma dopo l’intersezione questi due stati in un qualche modo si “mischiano” e non è più possibile descrivere questi due sistemi in modo indipendente.

E’ per questo, come indicato precedentemente, che proprietà di non- localizzazione appaiono e l’azione usata su uno dei sistemi influenza istantaneamente l’altra anche a distanza di anni luce. Il fenomeno di correlazione è uno dei fenomeni più inquietanti della meccanica quantistica (…)”http://www.futura-sciences.com/sciences/definition/phisique-intrication quantique-4814/

 

Qualche racconto di “vissuti cellulari” a casa di Hélène illustreranno progressivamente come questo fenomeno di correlazione viene rivelato dall’impronta energetica dei luoghi collegati ai Cagots, Sorginak e Kaskarots (sorta di bohèmiens che vivevano di pesca a San Giovanni de Luz e a Ciboure, e condividevano le loro conoscenze con i Cagots).

 

 

Visitando il regno di Marie-Jeanne, una cricca conosciuta particolarmente per i sabbat delle streghe, una piccola cavità accessibile solo con la bassa marea, attirò la nostra attenzione.

Attraverso il linguaggio simbolico universale, espressione della vita, Cagots, Sorginak e Kaskarot che detengono di fatto lo stesso codice iniziatico nella loro genetica (chiamato Kiristos dai Sumeri), hanno lasciato i loro segni e questo luogo testimonia la loro riunione : una bella zampa d’oca arancione contenuta in una forma di Graal o di pube così come un piccolo essere come il genio della lampada…

 


 

Hélène, si accucciò in questa fenditura e percepì l’emergere di emozioni già vissute a Bézu :

“Malgrado la magia del luogo, il dolore di una profonda tristezza mi strinse le budella. Mi sentivo estremamente sola, e sapevo con certezza che i miei confratelli erano stati portati via dalla tempesta dell’inquisizione…

Non lontano da lì, scoprii un’impressionante dispiegamento di stele rivolti tutti verso l’oceano. Questa opera commemorativa realizzata dall’ “egregora Sorginak” e Signora Natura, mi confermò l’estensione dei roghi e la scomparsa di questa cricca. A lato, una luna apparve tra le rocce, ancora un nuovo segno stava parlando poiché la stregoneria s’inspira tra l’altro ad una tradizione ancestrale : la tradizione della luna...

 


 

La perversione della caccia alle streghe raggiunse in questa regione, il suo apice “grazie” al giudice Pierre de Lancer, inviato dal re Enrico IV. Usava tutte le astuzie possibili, sino a interrogare i bambini, per incoraggiare la delazione. Fece bruciare un gran numero di donne e anche qualche uomo nello spazio di quattro mesi di indagine, prima di essere cacciato via dai marinai insorti, ritornati precipitosamente dalla Nuova Terra per difendere le loro spose e le loro figlie.

 

Facemmo poi un’escursione sino a Zugaramundi, piccolo villaggio nelle terre selvagge di Navarra, un paese basco spagnolo. Vi giungemmo a piedi dalla foresta. Mano a mano che vi penetravamo sotto il cappello di maestose querce, sentivo il mio corpo diventare fragile (come sotto l’effetto di una forte ipoglicemia). Camminavo sola davanti e le lacrime che mi bruciavano la vista diventavano sempre più copiose.

 

Ero molto attratta dai corsi d’acqua.

Dovetti oltrepassare del filo spinato e passare sotto un ponte per poter risalire il ruscello. Non comprendevo la ragione di questa barriera. Poi, mi accorsi in lontananza tra la vegetazione e le rocce, di un enorme buco nero, l’entrata di una grotta !

 

Un cartello mi indicò che il corto cammino scosceso che stavo percorrendo, era stato precedentemente percorso dai contrabbandieri.

Mi accorsi allora che mi trovavo su un circuito turistico che in genere è a pagamento. Stavo entrando da una strada non ammessa riconnettendomi all’esistenza non ammessa dei Gagots e delle streghe, nell’immensa grotta di Zugarramundi celebre per i sabbat celebrati i questi luoghi. L’intensità della riconnessione continuava a esteriorizzarsi attraverso le lacrime... Non ebbi alcun dubbio che io avevo partecipato qui a molte cerimonie.

 

 

Ritorno alle nostre “eaux-rigines” **

 

**( letteralmente eaux-rigine= acque regine… la pronuncia in francese sarebbe :

o-rigin… quindi ORIGINI… Ritorno alle nostre origini [linguaggio degli uccelli]

 

Risalendo il corso dell’acqua scoprii un antro gigante che questo piccolo fiume attraversava ; anche dall’oceano abbiamo potuto accedere alla grotta della baia nella quale le onde si incanalavano durante l’alta marea.

Fu esattamente in questi due luoghi che le mie cellule entrarono in effervescenza per risonanza con la linea temporale dove si riuniva ai Sorginak, Cagots, Kaskarots.

 

A parte l’importanza delle cavità (che svilupperemo in seguito), l’acqua giocava un ruolo essenziale. Infatti, proprio come l’etere, l’acqua ha delle proprietà d’interfaccia multidimensionale. Essa diffonde con maggiore fluidità, rispetto la materia solidificata, le memorie in funzione della frequenza vibratoria dell’individuo.

 

Poiché la nostra frequenza vibratoria evolve mano a mano che avvengono le nostre iniziazioni quotidiane e le modificazioni genetiche che ne risultano, la messa a punto di questa frequenza veniva ora risistemata con gli “altri noi” che avevano calpestato questi luoghi. O, senza limitarsi alla linearità del tempo : con quegli “altri noi” che stavano percorrendo luoghi simili in un altro spazio-tempo.

Ritroviamo allora il fenomeno di correlazione che si intensifica con gli altri noi a orientamento SDA, mano a mano che questa frequenza si sviluppa e che, attraverso l’epigenetica, tale orientamento diventa “codificante” nel nostro genoma.

 

L’acqua apre la via verso le nostre “eaux-rigines”. Effettivamente, seguendo l’esodo iniziatico dei nostri “antenati”, dal paese Cataro ai paesi Baschi, l’acqua (simboleggiata dalla conchiglia) ci guidò verso la Galizia, punto di arrivo degli Atlantidei.

Nel gioco del domino, quando la pedina che si trova all’estremità cade, il suo movimento scatena la caduta successiva di ogni domino intermedio sino a raggiungere quello che si trova all’altra estremità. Così, l’elemento acqua ci invitava, strato dopo strato , a evolvere verso le nostre “origini”. E cos’è l’origine ? La simultaneità e la totale risonanza con i nostri sé frattali. Il noi stessi attuali, sono una parte di Cataro, lui stesso una parte di Cagot, a sua volta una parte di Atlantideo, e quindi una parte di Abgal…

Questo gioco del domino o delle matriosche russe ci spingeva a ricontattare le nostre memorie di Esseri acquatici... Questi Esseri acquatici, svolgono un ruolo particolarmente importante nella salvaguardia delle capacità redentrici nascoste nella genetica di ogni essere umano. Portatore del Kiristos o Graal interiore, l’Abgal si manifesta attraverso i “ricercatori” e i “rivelatori” di Conoscenza. Ecco qualche precisazione riguardo il termine Sumero “Kiristos” :

 

“La scomposizione della parola Kiristos in KIR-IS-TUS dona la seguente definizione: “il figlio che risiede nelle stelle”. Non è così strano che il simbolo di Cristo sia un pesce e che l’emblema iniziale del cristianesimo fu pure un pesce prima di trasformarsi in una croce. La particella KIR, il cui segno cuneiforme arcaico è una forma di pesce, evoca appunto un pesce e un ragazzo.

Quindi non si tratta dell’evento di Gesù come indicano i testi biblici, che segnò l’inizio dell’Era del pesce, ma del termine KIR-IS-TI (Cristo) molto più antico.

Numerose tradizioni evocano iniziati o eroi di civiltà anfibie, situati tra pesci e rettili. Si trovano i Nommos presso i Dogons di Mali, Orejona sul lago Tititaca nel Sud America, gli Abgals o Oannès (Uanna) in Mesopotamia,…”

Anton Parks. Il segreto delle stelle oscure, Ed. Nenki

 

Benché fosse iniziata a Bèzu, con memorie gemelle collegate a Sirio, la coscientizzazione/riconnessione delle nostre origini acquatiche si manifestò con una moltitudine di segni trovati lungo il periplo che percorremmo nei Paesi Baschi.

“I fiumi furono espliciti visto che io (Hélène) vidi più volte che evolvevo nell’acqua.

Mi sono rimasti impressi alcuni dettagli, come per esempio quello della presenza di un enorme capodoglio, e anche il fatto che alcune persone, me compresa, s’immergevano e rischiavano la loro vita in un oceano molto agitato per guarirsi dai “mali dell’umanità” di cui erano portatori. La strana familiarità che percepivo in questo elemento turbinoso, mi ricordò un sogno che feci quando ero piccola e che mi segnò. Ricordandomene, mi era impossibile sapere se fosse stato un sogno o “realtà”. Nuotavo in un fiume con la testa sott’acqua. Identificavo ogni piccolo sasso, ogni minima bolla o increspatura dell’acqua, ma la cosa più bizzarra era che non avevo nessun limite respiratorio. Mi ricordo molto chiaramente dei queste sensazioni come se in effetti facessero parte di una realtà che il mio Essere ben conosceva.

 

Per più giorni consecutivi prima del nostro arrivo, Marie-Jeanne, Sand e Jenael trovarono delle ossa di delfino in riva al mare !

 

Qualche giorno più tardi, partimmo per incontrare un uomo Xabi Agote (“agota” che significa Cagot in spagnolo basco), che ci manifestò la sua passione per la carpenteria navale. Questo incontro ha in seguito, dato luogo a un film .

La sua apertura, la sua dolcezza, il suo senso di osservazione e la sua intuizione… quindi la sua energia di Abgal ha emozionato tutti noi. Con questo incontro facemmo un passo in più verso la riconnessione alla famiglia acquatica.

 

Come conferma, sul sentiero che porta al cantiere navale, la nostra attenzione andò su un cartello sul quale decriptammo l’anagramma di “Belouga” (un tipo di delfino che ci segnalò indicazioni attraverso sincronicità particolarmente forti in questi ultimi anni).

Dopo l’incontro con Xabi, in cielo, proprio al di sopra dell’apertura che dà il largo sull’oceano, apparve una magnifica testa di delfino !

 


 

Questo grande delfino bianco era con una balena, l’animale più cacciato per il suo grasso dai pescatori baschi che partivano a bordo delle loro baleniere (la barca che oggi costruisce attualmente Xabi), sino in Canada.

 

Raggiungendo la baia di Pasaia (il passaggio), il piccolo villaggio di San Giovanni, ci svelò, attraverso l’archetipo della sirena, la profonda identità alla quale ci risvegliammo in questi luoghi.

 

 

Ecco come l’acqua, questo specchio multidimensionale ci accompagnava verso la riconnessione al Sé superiore, riunendo in noi ogni nostro sé che chiedeva solo di ritrovarsi. E quale miglior crogiolo della grotta associata all’acqua per realizzare questa alchimia...

 

 

La grotta, crogiolo di riunificazione

 

Queste potenti casse di risonanza multi-temporali, attraversate dall’acqua che sono le grotte, erano luoghi prediletti per le riunioni degli iniziati. E in questi momenti di rievocazione erano, quindi, molto ben presenti...

 

Da un punto di vista simbolico, la grotta è uno degli archetipi primordiali della psiche umana. Ossia, ricorda alla specie la sua capacità di introversione, il farsi crogiolo o alchemizzare in sé le forze interiori affinché la coscienza possa scegliere di rinascere a se stessa, e quindi determinare il suo avvenire. I nostri antenati, con una intuizione che anticipa l’attuale essoterismo, avevano compreso perfettamente il valore simbolico e operativo della grotta. I Catari, da buon eretici (veri cristiani che escono dal dogma patriarcale), si incontravano spesso in questi antri alchemici :

 

“I Catari non avevano bisogno di luoghi di culti o di rituali costruiti dalla mano dell’uomo. (con rare eccezioni tipo quelle di Montségur e Quéribus). Da bravi gnostici, sapevano, come l’aveva detto Paul de Tarse e come l’aveva ricordato Guilheme Bélibaste, che “il corpo dell’uomo è il vero tempio di Dio”. Il santuario è la natura. La natura umana e la natura a portata di mano.

E nella natura, ci sono grotte, fiumi e foreste. Ora, indovinate cosa ?

E’ lì che che tutto accade. La foresta di Nébias, in Corbière, vicino al castello di Puivert, sulla piana che si affaccia su Quillan e la valle dell’Aude, è un eccellente esempio di una foresta druidica il cui utilizzo per rituali e iniziazioni, è stato mantenuto e trasmesso dai nostri antenati.

C’è anche il santuario di Sabartès, nella valle di Arège, a Ussat e Ornolac, Notre-Dame de Sabart (che naturalmente è una Vergine nera), a Tarascon (la Marasca !) [= mostro mitologico che secondo la leggenda avrebbe devastato la Provenza. n.d.t], è il patrono di questo piccolo angolo di paese cataro le cui rocce calcaree custodiscono un formidabile reticolo di grotte e di gallerie, dalle virtù propriamente iniziatiche : terapeutiche (in senso antico) e alchemiche (in senso operativo). Sono delle vere matrici di morte e di rinascita a se stessi, di crogioli in cui si brucia e si trasmuta l’eredità ancestrale dell’individuo, delle fornaci minerali dove la scintilla originale dell’essere consuma i miasmi oscuri del subconscio per produrre un calore e una chiarezza sovrannaturale nelle quali Lucifero e Cristo si fondono e si incarnano per trascendersi “.

Estratto dal testo “Essoterismo cataro e rinascita gnostica - prima panoramica“ scritto da Alexandre Roygé.

 

La grotta è lo spazio uterino per eccellenza dove operano le forze complementari : energie telluriche e cosmiche. Nella penombra della grotta, l’iniziato contatta così come un feto la magia del microcosmo cellulare e del macrocosmo stellare.

 

"L’atomo è come un piccolo sistema solare.

Il sistema solare è come un atomo gigante.

E’ un’ipotesi semplice e stravolgente; dimostra la vacuità di un dramma millenario. Noi ci crediamo isolati ma è falso. Non osserviamo altro che uno solo dei numerosi livelli di energia del sistema solare, quello che ha una simmetria sferica, un’energia minima che assorbe e riflette la luce elettromagnetica [vedere la definizione di energia forte e debole su Reseau LEO]

[…]

Grazie alla supersimmetria, ogni nucleo di un atomo, si è dimostrato essere la porta d’entrata verso uno spazio insospettabile, l’unità di tutti i tipi di materia e differenti stati nucleari. Possiamo aprire la porta e lasciare entrare il flusso della vita.

La vita stessa bussa alla porta di ognuno offrendo l’opportunità eccezionale di evolvere e realizzare l’alchimia.“ G. Conforto, L’universo Organico, pag XV e XXVI

 

Questo buco nero che è la grotta, procura a colui che è in ricerca le condizioni propizie all’introspezione, alla riconnessione – attraverso miliardi di buchi neri che costituiscono il suo organismo – alla Forza Originaria.

 

“La Forza scorre come un potente fiume lungo quelle vie che i fisici chiamano “i buchi neri”. L’universo visibile, di fatto, è pieno di buchi, o di connessioni con l’universo invisibile. Attualmente si parla molto dei buchi neri giganti, e poco dei mini buchi che compongono i nostri corpi. I mini buchi sono le stesse particelle nucleari, i quarks , essi indicano che il corpo umano ha connessioni dirette col Cristallo unico e invisibile, alle energie ben più superiori di quelle osservate.

Il Cristallo è la Vita, l’Intelligenza Cosmica che deriva da energie più elevate”.G. Conforto, L’universo Organico, pag 55

 

 

La grotta-buco-nero è in qualche modo lo stimolo dei nostri passaggi interdimensionali interni. E lo confermano anche numerose esperimenti speleologici, d’altronde all’inizio del testo “il Dragone, tra la dualità e gemellaggio”, David testimonia questa “speleologia interiore” che la cavità gli aveva suscitato.

Nello stesso momento in cui questo scritto prendeva forma, un lettore lo descrisse :

 

“…don Juan mi disse che avremmo trascorso la notte nella grotta degli stregoni e che bisognava partire. […]

“Il tuo punto di assemblaggio [modo con cui persepisci], si è spostato“. Mi disse don Juan.

Le parole erano senza suono ; compresi tuttavia ciò che mi stava dicendo. La mia reazione razionale fu di cercare di spiegare a me stesso che l’avevo certamente sentito come l’avessi fatto se avesse parlato nel vuoto, senza dubbio perché le mie orecchie erano state influenzate da ciò che stava accadendo.

“Tu non hai niente alle orecchie. Siamo solo in un altro campo di coscienza”, mi disse ancora don Juan.

Non riuscivo a parlare : Mi sentivo impedito nel proferire una parola a causa della letargia di un profondo sonno, pertanto ero assolutamente sveglio.

“Cosa succede?” mi chiesi.

“La grotta a provocato uno spostamento del tuo punto di assemblaggio”, pensò don Juan, io sentii i suoi pensieri come se si trattasse di parole indirizzate a me stesso. […]

Poi mi resi conto che l’oscurità che ci circondava era così densa da non poter neppure vedere le mie mani. […] vidi, non so come, che don Juan aveva aperto gli occhi subito dopo che io ebbi ripreso coscienza, benché non mi guardasse. Compresi immediatamente che non era perché la mia retina era stata colpita dalla luce che io lo vedevo. […] Il mio punto di assemblaggio aveva lasciato il suo posto dove si percepiva la vita di tutti i giorni, ma non si era spostato sufficientemente per raggiungere e chiarificare un fascio assolutamente nuovo di campo di percezione. Ero come preso tra due possibilità percettive. […]

Don Juan mi chiese di prestare grande attenzione a ciò che avrebbe detto in seguito. Mi disse che migliaia d’anni fa, servendosi delle loro capacità di vedere, gli stregoni scoprirono che la terra era sensibile e che la sua coscienza poteva influenzare quella degli umani. Tentarono di trovare un mezzo per utilizzare l’influenza della terra sulla coscienza degli umani, si resero conto che alcune grotte erano molto efficaci. Don Juan aggiunse che la ricerca delle grotte divenne un lavoro a tempo pieno per questi stregoni, e che furono capaci, grazie ai loro sforzi, di trovare usi diversi per diverse configurazioni di grotte.“Carlos Castaneda, La Forza del Silenzio, pag 126 -143

 

Nella continuità di questo studio simbolico della cavità, per Platone, l’archetipo della grotta è il supporto del senso esplorativo del suo pensiero filosofale. Nella caverna l’umano si trova di fronte alle ombre che costituiscono l’illusione del suo mondo. E’ in questo universo che gli viene offerta la scelta di VEDERE al di là del velo della luce elettromagnetica. Prima di tutto deve girarsi per stare di fronte alle entità che proiettano le ombre, le stesse che hanno governato la sua vita sino ad oggi. In seguito, quando comprende lo stratagemma, apparirebbe la necessità di condividere con coloro che hanno sete di libertà. La grotta simboleggia anche qui, pur se diversamente illustrato, un passaggio tra i mondi.

 

“L’allegoria dela caverna” è per Platone più di una semplice metafora, e comunque non un mito. Si tratta di una rappresentazione della realtà di quello che può vivere una persona che ha fatto il suo cammino di riflessione, che si è elevata, vuol dire che il suo percorso iniziatico non deve rimanere fine a se stesso, ma deve poter essere offerto agli altri, proprio nel compimento di un compito verso i propri simili, compito di presa di responsabilità pubbliche.“

http://fr.wikipedia.org/wiki/All%C3%A9gorie_de_la_caverne

 

 

Le Streghe, Bafometto e il femminile iniziatoredeviato

 

Il popolo basco che conserva da tempi immemorabili la sua unità culturale e la sua saggezza ancestrale, paradossalmente non si è stabilizzato come nazione. I baschi venerano la dèa Mari il cui abitat… è una grotta !

 

“Mari vive sotto terra, normalmente in una caverna di una alta montagna, dove lei e il suo sposo Sugaar, si incontrano ogni venerdì (la notte dell’Akelarre o gli appuntamenti delle streghe), per concepire temporali che porteranno la fertilità (e a volte la vergogna) alla terra e al popolo“. http://melusine-la-fee.over-blog.com/article-28924982.html

 

Si tratta in effetti di un archetipo femminile androgino (rafforzato dal simbolo della cavità), con la sua emanazione maschile che durante L’Akelarre, agiscono energeticamente sui parametri della matrice. Queste celebrazioni pagane si avvicinano molto alla ricerca alchemica e agli apprendimenti sciamanici, che nel loro compimento, attraverso l’unione gemellare, percepiscono il velo della 3° densità.

 

“Mari”, senza alcun dubbio, ha le stesse radici di “Meri” e di numerosi nomi impiegati per designare il principio femminile originale e creatore, confondendosi in realtà col principio femminile androgino. Questo archetipo è il cuore della forza simbolica delle famose vergini nere, che vanno oltre la lontana epoca giudeo-cristiana e sono parenti ovviamente della figura di Iside.

 

“La grande Iside era chiamata anche Regina dei Cieli, quella che in Egitto si chiamava Mèri e Myriam presso gli ebrei, o Maria da noi." http://eden-saga.com/marie-mere-de-jesus-isis-mere-de-horus-identique-anton-parks-l-autre-marie.html

 

Ma ritorniamo alla nostra indagine. Ritornati ancora nella grotta di Zurarramurdi, non avemmo alcun dubbio che questa era celebre per i sabbat… sino a dare il suo nome in basco alle riunioni delle streghe !

 

“Akelarre (dal basco aker : capra e larre : landa), è la parola basca per definire il luogo dove le streghe (Sorginak in basco) celebravano le loro riunioni o rituali.

Durante queste celebrazioni si veneravano una capra nera (akerbeltz in basco) alla quale si è poi associato il culto di Satana. Uno degli akellarre più conosciuti è proprio quello celebrato nella grotta di Zugarramurdi (Navarra) In genere si dava al rito il nome del luogo dove questi si celebrava. Akelarre è il nome del prato situato davanti la grotta.” http://melusine-la-fee.over-blog.com/article-28924982.html

 

Quando uscimmo da una delle numerose cavità ci trovammo di fronte ad una prateria e un’immagine e comprendemmo che si trattava del famoso “prato della capra”.

Lasciando questo luogo incontrammo delle pecore che stavano brucando. Avevano delle magnifiche corna, le stesse come quelle della capra del Sabbat.

 

Assaporavamo la sensazione di sentirci in buona compagnia ! L’acqua, con il suo scorrere dalla grotta gigante, ci guidò sul cammino di riconnessione al popolo con le corna (Le streghe) e con le zampe d’oca (i Cagots) ma non sospettavamo ancora sino a che punto la ricerca d’informazione sulla “bestia con le corna” avrebbe reso ancora più profonde le prese di coscienza !

 

“Bafometto è il nome dato da alcuni occultisti del XIX secolo all’idolo misterioso che i cavalieri dell’ordine del Tempio furono accusati, a torto o a ragione, di venerare. Rappresentato per lo più da una testa di un uomo barbuto, l’idolo era venerato ma anche temuto per la sua bruttezza. Le sue note caratteristiche sono i seni e la testa di caprone.” http://fr.wikipedia.org/wiki/Baphomet

 


 

Così, i Templari (avendo conservato una certa saggezza segreta condivisa con gli Albigesi), riapparvero come per incanto per arricchire l’intrigo.

Questi segni ci riportano ancora verso una saggezza del Medio Oriente (come abbiamo già visto nel capitolo precedente rispetto ai loro legami con gli Hashashyn o Assassini) :

 

“Esistono molte teorie sulle origini del nome Bafometto. La spiegazione più comune pare che sia un’antica corruzione francese del nome di Mohammed (deformazione latinizzata di “Maometto") – il Profeta dell’Islam. Durante le crociate, i Templari rimasero per lunghi periodi nel paese del medio Oriente dove si familiarizzarono con gli insegnamenti del misticismo arabo. Questo contatto con le civiltà orientali permesse loro di portare in Europa le basi di ciò che sarebbe diventato l’occultismo occidentale, compresa la gnosi, l’alchimia, la Kabala e l’ermetismo. L’affinità dei Templari con i mussulmani ha condotto la Chiesa ad accusarli dell’adorazione di un idolo nominato Bafometto, ci sono quindi dei legami plausibili tra Bafometto e Maometto.“ http://ordo-ab-chao.fr/qui-est-baphomet/

 

La bestia cornuta ci guida ancora, attraverso simboli profondi che la costituiscono, verso l’androginia, stato originario tanto ricercato dall’angelo caduto e dissociato che è l’essere umano.

 

A Parigi nei quattro distretti, si trova un diavolo sul frontone dell’androne della chiesa di San Merri. [Il principio femminile iniziatico collegato con l’animale cornuto !]

 

 

Il caprone è evidentemente una sfaccettatura della dèa androgina. Esso ne è “distaccato” per piazzarsi ai suoi fianchi. “Ai suoi fianchi” significa che è una delle componenti etreriorizzate del principio della dèa. Attraverso questa dicotomia, con gioco simbolico e la sua scomposizione che permette all’umano di comprendere la diversità e nello stesso tempo la totalità, il principio ermafrodito mostra che è onnisciente e onnipotente, mette insieme e fa danzare tutte e forze all’opera nella creazione e particolarmente quelle che il simbolo del caprone racchiude.

 

Il Caprone condensa in sé l’animalità, la forza, la sensualità, la virilità e il legame cosmogonico (attraverso le sue corna) ; caratteristiche che fanno parte del principio androgino. Con la forma delle sue corn, esso mostra anche il movimento spiraleggiante col quale l’androgino realizza la sua maestria simbiotica – notiamo qui un rinvio alle due spirali del caduceo d’Hermès ostentato dal bafometto.

 

La dèa può, come vedremo, essere sotterranea ma il suo regno si estende sino al mondo celeste, e il suo luogo di teofania può essere, come per Cibele (la Dea madre, che secondo le nostre ricerche è ereditaria del principio androgino messo in evidenza dalla culture ancestrali, è la Magna Mater della cultura frigenia), la vetta della montagna. Il culto di Cibele era espresso sul monte Dindimone situato nell’attuale Turchia.

 

In effetti, l’intera creazione è sotto l’egida della coniugazione androgina, il cui vettore è il principio femminile. Questi anima sia la terra che il cielo e la loro relazione. E’ per questo che per risonanza della grotta, dove si effettuano le prime fasi dell’alchimia e il principio ermafrodito si fonde, l’integrazione della presa di coscienza – il compimento dell’opera al rosso sigillata dalla dinamica duale femminile/maschile rimessa in marcia – si espande sino dalla sommità. Da questo attico, simbolicamente del centro del mondo e dello spazio, la dèa dispiega le sue ali. In effetti, l’elemento aria, per sua natura, è portatore del soffio dello spirito dell’androginìa.

 

Bafometto porta in sé il simbolo di questo processo : l’animalità si eleva attraverso la fiamma sita tra le sue corna.

“La fiamma dell’intelligenza che brilla tra le sue corna è la luce magica dell’equilibrio universale, l’immagine dell’anima elevata al di sopra della materia…”

 

D’altronde in Medio Oriente, non sarebbe proprio l’animale cornuto che presta le sue corna alla dèa Iside/Athor, la Regina dei Cieli ? E il disco solare tra le sue corna non fa pensare stranamente alla torcia accesa in cima al cranio di Bafometto ?

 


 

“…Hugh Schonfield, specializzato nei manoscritti del Mar Morto, pensa che si tratti (il Bafometto) di una parola codice. In effetti, applicando il codice Atbash (sistema di decriptaggio molto antico) alla parola Bafometto scritto in caratteri ebrei, si ottiene sophia, che significa “votato al principio di saggezza… o anche alla gnosi.“ http://fr.wikipedia.org/wiki/Baphomet

 

La Sofia, la Saggezza – detto in altri termini la Dèa – è direttamente collegata al potenziale ermafrodita. Ritroviamo attraverso il linguaggio dei paperi la relazione tra il processo di acquisizione della Conoscenza (l’alchimia androgina) e il serpente la cui etimologia greca, Ophis, è l’anagramma di Sophi. Constatiamo ancora una volta sovrapposizione simbolica tra il serpente e la dèa. Le più antiche tradizioni del globo terrestre associano il fenomeno di gemellaggio e di conoscenza, al serpente e alle divinità.

 

Come possiamo constatare, il filo di Arianna non smette di srotolare e ci guida su un cammino labirintico che porta a Roma. O piuttosto ad una “roma” che invertendo o anagrammando la parola dà “morte”. La morte del Minotauro al centro del labirinto, dunque una integrazione del suo potere e della facoltà antropocosmica delle sue corna. La tela che si tesse insiste in modo molto chiaro sui legami innegabili tra creatura con le corna, serpente, femminile iniziatore, unione degli opposti, sessualità… ed naturalmente : l’alchimia !

 

Nella rappresentazione di Levi, Bafometto incarna il termine del processo alchemico – l’unione delle forze opposte per creare la Luce Astrale – la base della magia, e alla fine, l’illuminazione.

Uno sguardo attento sui dettagli dell’immagine, rivela che ogni simbolo è fortemente equilibrato con il suo opposto. Bafometto stesso è un personaggio androgino poiché porta le caratteristiche dei due sessi : seno femminile e una barra che rappresenta il fallo in erezione. Il concetto di androginìa è di grande importanza nella filosofia occulta perché rappresenta il più alto livello di iniziazione nella ricerca del divenire “uno con Dio”

Il fallo di Bafometto in realtà è il Caduceo di Hermes – uno stelo avvolto da sue serpenti. Questo simbolo antico ha rappresentato l’ermetismo dei secoli. Il caduceo rappresenta esotericamente l’attivazione dei chakra, dalla base della colonna vertebrale alla ghiandola pineale, utilizzando il potere del serpente (ecco perché i serpenti), o la luce astrale. http://ordo-ab-chao.fr/qui-est-baphomet/

 

Nella seconda parte di questo capitolo L’energia serpentina al servizio dell’iniziazione, approfondiremo le conoscenze emerse dall’ombra che sono la forza Vitale o kundalini, la sessualità, la dualità nel catarismo e anche il vero senso di “caprone emissario”…

 

Hélène e David

 

 

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