Capitolo VI, 1° parte - Il Gatto-Man

 

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Questo capitolo in tre parti ha come filo conduttore il potere trasformante dell’energia femminile.

 

Durante lo scritto del Capitolo III sull’insegnamento sciamanico della sofferenza animale, Hélène intuiva che le sue avventure con i gatti non erano terminate. Tuttavia, era ben lontana dal poter pensare sino a che punto la natura simbolica degli eventi le avrebbe permesso di osservare la sua situazione (di donna alle prese con il patriarcato in tutte le sue forme) a posteriori e con discernimento :

 

La mia Supercoscienza non mi risparmiava ancora lezioni sui felini. Persisteva ancora un legame di dipendenza affettiva e nutrizionale con la Minette (la gatta).

Due mesi dopo le ultime peripezie con i gattini, essa partorì una nuova cucciolata.

 

 

Non c’è il due senza il tre

 

Sapevo che questa terza cucciolata (da quando la Minette era entrata nella mia vita o piuttosto da quando io l’ho fatta entrare nella mia vita per pietà a causa del suo stato), sarebbe stata decisiva rispetto alle mie relazioni con gli animali ancora ben caratterizzate da un comportamento SDS (al Servizio di Sé), tanto più che avevo chiesto con forza e convinzione un colpo di spugna per uscire da questi schemi ancorati in me da un bel pezzo…

 

Una sera mi venne a trovare miagolando in modo strano e insistente. Poiché ero occupata non le diedi attenzione ma percepivo che stava per partorire. Al mattino, quando non la vidi sul davanzale della finestra come di solito, ne ebbi la conferma.

 

Si formò una bolla nella mia pancia da darmi così tanto dolore che mi misi a piangere, e piangere così al mattino presto è una cosa che non mi piace molto… ma non ero io che programmavo l ‘orario delle mie debolezze emozionali come all’epoca in cui andavo da un terapeuta ! La vera terapia, avviene in ogni momento, in ogni condizione e sicuramente non guidata da qualcuno che pago ma dalla mia guida che piazza le esperienze precise di cui ho bisogno sul mio cammino.

 

Tuttavia – e non era poco cambiare le mie credenze rispetto a questo – attualmente dò una particolare attenzione all’influenza del predatore che, facendomi credere nella necessità di “andare fino in fondo” del mio processo emozionale, mi mantiene lì il più possibile. Comincio a sentire dei segnali precisi nel mio corpo, e così posso ritornare in superficie senza dover reprimere l’emozionale. A questo proposito potete andare a leggere la definizione di emozionale e emozione. Per cui riesco a rimanere in contatto più velocemente e con verità con la forza dell’emozione soggiacente, quella che permette la consapevolezza e non può essere manipolabile dal predatore.

 

Dunque quel mattino piansi la tristezza e l’essere stufa di dovere assumere il ruolo di “colei che ammazza i gattini…” Il mio cervello rigirava la situazione in tutti i sensi. Sapevo che si trattava di andare ancora più lontano nel lasciare il controllo, ma il mio ego non vedeva via d’uscita.

 

Mi sentivo ancora una volta presa in trappola e responsabile. Ero io che avevo creato questa situazione. E del fatto che mi occupassi della micia, ero l’unica ad esserne al corrente ed ora percepivo paradossale e colpevolizzante il dover smettere di occuparmi di lei visto che ero responsabile di questo legame di dipendenza. La trappola di un terribile senso di colpa dovuto al concetto di responsabilità si chiudeva !

 

E’ cos’ che il “re dei gatti” il cui nome è Leopoldo II arrivò, soprattutto quel giorno, per sostenermi. Per la prima volta (l’avevamo con noi da mesi), mi tenne compagnia tutto il giorno, accovacciandosi su di me quando piangevo, non mi perdeva di vista…

Ad un certo punto, quando il mio ego, quindi la mia energia di controllo cominciava ad essere sufficientemente indebolita affinché il mio Sopra-Leo si potesse intrufolare attraverso una breccia, nella mia mente si formarono queste frasi :

 

“I Leo ti insegnano attraverso i gatti. Ti insegnano a divenire responsabile di te e non degli altri.

Questo significa che devi lasciare stare i gatti, devi permettere che vivano le loro esperienze…

 

Ora ti insegniamo la RESPONSABILITA’ completa del tuo essere.

Staccarti dal comportamento di un umano di 3° densità, è ciò che c’è di più difficile, ma è questo che adesso DEVI fare !

 

Prendi coscienza che tutta la sofferenza che proietti sugli animali è la tua.

 

Non indugiare, piangi ciò che hai bisogno di piangere ma non indugiare poiché devi superare un gradino di una certa portata riguardo al controllo.

Appena la minima energia di controllo comincia a traballare, devi afferrarla e stopparla.

 

Smetti di fare in modo che le cose si sistemino secondo il tuo punto di vista. Ciò che tu pensi sia bene per l’altro non è per forza bene per il bisogno della sua anima…

 

Solo la tua capacità di lasciare il controllo determinerà le tue azioni. Non agire è la più difficile delle azioni per quelli come te programmati con tanto controllo.

E’normale, poiché esso, secondo la realtà di 3° densità, rappresenta la possibilità di sopravvivere.

 

Ascolta, è importante : nel lasciare il controllo legato alla sopravvivenza impari a non più “sopravvivere”, ossia mischiare la paura e la vita, ma a Vivere con una connessione sempre più acuta col tuo Sé Superiore.

 

Il “Leo-te-stessa” su un’altra linea temporale ti guida ad attraversare una delle tue paure, trascendere il tuo controllo, affinché la separazione tra queste esistenze sfumi.

 

Per cui questo step è molto importante e ancora una volta, non indugiare (che vuol dire, mantieni la vigilanza), il tuo discernimento e la tua forza perché questi piccoli Leo sono qui per insegnarti ciò che sei capace di integrare ma soprattutto ti stanno preparando per il seguito…”

 

Questa volta piansi di gratitudine per aver potuto recepire queste frasi, ma il contenuto che confermava il mio sentire, rispetto al mollare completamente il controllo, mi faceva disperare. Mi era così tanto doloroso immaginare di lasciare crescere questi gattini senza cura e nutrimento in un contesto umano ostile.

Trascorrevo quindi le mie giornate annientata dalle emozioni che mi facevano dibattere in questa prova che mi appariva sovrumana.

Sinceramente mi chiedevo se il mio predatore attraverso il mio ego (che aveva necessariamente filtrato la comunicazione con la mia Supercoscienza), non avesse aggiunto (come di solito) il suo tocco di esigenza che rendeva la prova molto più violenta e quindi più utile a lui…

 

Visto che David doveva andare a fare acquisti, venni ancora una volta afferrata dal mio controllo e fui tentata di chiedere di comprare dell’etere, ma prima gli condivisi il mio dubbio ad agire in questo modo e lui capii ciò che avevo recepito. Mi rispose che a lui appariva tutto molto chiaro.

Non ebbi bisogno d’altro e compresi che era una conferma a continuare in questa direzione mentre ero pronta ad agire al contrario per alleviare il mio dolore.

 

Tuttavia, emerse una grande collera quando mi fece notare che se io mi trovavo in questa situazione, era perché avevo iniziato ad occuparmi della Minette.

Replicai che lo sapevo, ma che era già abbastanza difficile tenere l’attenzione a questa situazione con i gatti, per cui che non mi rivoltasse il coltello nella piaga !

 

Un giorno e una notte ancora tormentate erano il contesto ideale affinché Sand e Jenael arrivassero con la loro telecamera per filmare la nostra prima interazione che sarebbe poi stata diffusa su Reseau Leo !

Quando osai affrontare questo argomento così pungente, le mie resistenze che si erano già manifestate con David (la capacità di mettersi sulla difensiva e reagire alla minima proposta è così facile da coltivare tra due predatori che vivono sotto lo stesso tetto !), emersero ancora in piena luce, ma questa volta con tutta l’equipe e per di più davanti alla telecamera !

Mi occorse tutto questo concatenamento di conferme perché integrassi che la prova da attraversare era proprio quella che presentivo sin dall’inizio.

 

Dopo questa condivisione, finalmente potevo identificare in modo più acuto ciò che avveniva in me: la mia parte predatrice che aveva terribilmente paura di un orientamento SDA sconosciuta (visto che conosceva solo l’evoluzione del servizio di Sé) faceva tutto ciò che era nelle sue possibilità affinché scegliessi uno di quei bivi che potevano tracciare un futuro prevedibile quindi controllabile.

Ovviamente per una Hélène con le sue ferite di abbandono e un legame così forte con gli animali, il futuro meno probabile, quindi meno controllabile per il Signore dell’entropia è quello di diventare capace di lasciare la libertà ad ogni animale di sperimentare, senza l’intervento della propria visione della realtà deformata dai suoi programmi e dalle sue debolezze…

 

La credenza di alleviare gli animali da un fardello con una qualsiasi tipo di azione veniva messa a nudo. Ciò mi permetteva di andare al di là di una simile comprensione mentale (che comunque era un buon inizio !), ma viverla nelle mie cellule vedendo bene sino a che punto ero impregnata di tale comportamento SDS credendo di fare il meglio.

 

Si, agire sugli altri piuttosto che su sé stessi è molto più rassicurante per il predatore, così non rischia di essere visto e può continuare a fare il suo gioco in incognito !

Ora che il mio caro predatore era messo a nudo e disarmato, sapevo ciò che dovevo fare : cessare ogni intervento sui piccoli Leo.

 

Andai a dormire con una sensazione di eccitazione per il fatto di intravedere un’apertura verso una nuova libertà, mista ad un’ansia ben presente.

 

All’alba, appena sveglia, inizio a raccogliere carne e scatolette che avevo messo via per nutrire la gatta. Poi sento Angela (è noto che le nonne sono insonni e si alzano presto, come me in quel momento !).

 

 

Vado da lei e le spiego che non vorrei occuparmi della Minette e della sua nutrizione. Le dico anche che non sarei andata a cercare l’etere come gli avevo detto prima, poiché avevo imparato che l’impressione che la loro morte fosse meno dolorosa è illusoria) di fatto è meno doloroso per colui che la infligge…). Fu completamente d’accordo che non rimase stupita di questo tanto più che qualche giorno prima quando avevo parlato a suo marito rispetto al fatto che la gatta avrebbe presto partorito e della possibilità che andassi a cercare dell’etere, lui mi disse : ”Oh ! ‘sta gatta mi fa arrabbiare, vado a prendere la carabina e lo vedremo ! Non acquistare l’etere ma piuttosto una buona bistecca per te !”

Come se l’informazione fosse già là, ma i miei programmi mi impedivano di sentirla !

Poi dico ad Angela che l’avrei lasciata sbrogliarsi con il destino dei gattini, ed essa replicò : “D’accordo, ma bisogna che tu me li vada a cercare, io non posso”.

 

Capii che non avevo nulla da contestare, era chiaro : il ciclo di retrocasualità prendeva forma sino in fondo.

Allo stesso modo dei due mesi prima, preparammo due secchi e andammo nel fienile. Salii su una scala e mi diressi in una puzza inimmaginabile verso una zona in cui li avevo sentiti miagolare il giorno prima e alzai un telone.

D’un tratto ciò che vidi attraverso un fascio di luce mi fece sussultare: un gatto morto, la bocca spalancata, completamente stecchito… Dopo qualche secondo di stupore, mi emerse una domanda “Chi è questo gatto ? Il tre zampe ?” In effetti verificai che gliene mancava una…

 

Continuai la mia ricerca finché trovai i gattini sul pavimento sotto un ammasso di tubi in PVC. La gatta non era lì. Cercai di prenderne uno bianco ma era come attaccato. Guardai meglio e mi resi conto di una cosa molto strana :

Aveva una zampa deformata, ossia un moncone che si prolungava con una specie di cordino… La cosa più strana era che questo cordino era legato ad un nodo centrale tra i tre piccoli, i più fragili che erano tutti bianchi. Non compresi molto, ma ciò che era certo era che ad ognuno gli mancava una zampa ! Uno dei tre stava morendo, era disidratato con della segatura nella bocca. Li presi tutti insieme, li depositai in un tessuto, scesi la scala per darli ad Angela e le dissi : “Questa volta sbrogliatela tu”.

 

Tutti questi elementi non erano assolutamente insignificanti, anche se al momento non presi coscienza di tutto il loro significato. Percepivo che un ciclo andava a concludersi. Il fatto che quei piccoli fossero così magrolini e malridotti fece in modo che la mia partecipazione rendesse il fatto di mettere fine alla loro vita meno duro.

Mi meravigliai di non provare il bisogno di piangere, era accaduto così velocemente, e mi ero appena svegliata ! Come se il mio ego non dovesse essere veramente operativo…

 

Di ritorno a casa, feci un salto in bagno e mi resi conto che mi erano arrivate le regole, non le aspettavo così presto !

Sento il bisogno di mettere su carta tutti questi segni per vederci più chiaramente.

Mi piacerebbe scrivere al sole in giardino ed è l’occasione per tinteggiare il vecchio tavolo recuperato. Prendo il colore che avevo già scelto da tempo : “rosso-basco” era scritto sulla latta (occhiolino premonitore delle nostre avventure in Euskadi), altrimenti detto rosso sangue !

 

 

La zampa in meno insiste !

 

Nel pomeriggio occorre andare a fare un giro a Carcassonne perché abbiamo bisogno di materiale per sistemare il furgoncino.

Dopo molte ore di spese, ci offriamo un pasto al ristorante il cui menù corrisponde al nostro regime alimentare. Mentre attendiamo che ci venga servito il piatto, noto accanto a noi un piccione che picchia ripetutamente col suo becco su un pacchettino di biscotti. Il sacchetto scivola a terra, lui vi si accanisce senza riuscire ad aprirlo.

Mi vedevo già intervenire ad aprirgli il sacchetto, quando la mia lucidità mi ricordò l’ordine del giorno: “prendere coscienza della volontà di controllo e non rispondervi !”. Ok, mi appoggiai allo schienale della sedia e osservai ciò che accadeva in me. Fu allora che il piccione si girò e mi resi conto che gli mancava una zampa !

 

E come se non fosse già abbastanza chiaro, quando poi passammo a dare un occhio ai cavalli, Haim, il figlio di Loukoum, zoppicava vistosamente, non poteva quasi del tutto utilizzare la sua zampa anteriore sinistra !

 

Crollai sotto gli indizi. Bisognava che mettessi tutto su carta per sistemare i pezzi del puzzle, ma crollai anche sotto la fatica e la notte che seguì non mi lasciò respiro.

Come durante la giornata, mi vennero indirizzati chiaramente una serie di simboli, stava solo a me decifrarne il messaggio…

Feci tre sogni :

 

Nel primo, avevo una gemella che viveva le mie avventure parallelamente a me. Ci separava un velo ma era trasparente per cui avevamo coscienza l’una dell’altra. Il nostro gioco o la nostra occupazione era di saltare (sempre parallelamente) da una dimensione all’altra.

 

Questo sogno mi ricordò di un altro di circa una settimana prima. Era notte ed ero sdraiata come facente parte della corteccia nodosa di un enorme e magnifico cedro. Il mio stato emozionale era quello di un particolare rilassamento, quello che segue dopo aver pianto profondamente. Ricordo di essermi appoggiata con la schiena, a guardare il cielo attraverso i rami ed essermi meravigliata perché vedevo : la costellazione delle Pleiadi, era così luminosa che potevo distinguere molto chiaramente ogni stella che la costituiva (contrariamente alla “realtà”). Ma il più sconcertante era che ogni stella aveva la sua gemella accanto ad essa che brillava con la stessa intensità…

 

Nel secondo sogno di questa famosa notte, mi ritrovai in un immenso laboratorio alchemico, dove tutto era gigantesco. C’erano tre enormi pistoni verticali disposti in cerchio che formavano un cono al di sopra di un’enorme piscina come quello che si può vedere nelle centrali nucleari. Questi pistoni sputavano a intermittenza tre fiamme bianche verso l’acqua.

Io mi trovo in un’altra parte del laboratorio e sento miagolare dietro una porta. E la Minette che non è in forma, ha un problema respiratorio. Per più volte si mette davanti a diverse porte e aspetta che gliele apra. sino ad arrivare alla stanza principale della piscina dove stavamo distillando dell’olio essenziale di timo in grande quantità, olio di cui aveva bisogno.

 

Poi dei miagolii reali mi svegliano. Era la gatta che cercava di entrare dalla finestra socchiusa senza riuscirci, cosa che prima non era mai successo. Riesce ad inserire una zampa e gratta sul cuscino. Quindi mi alzo e le apro la finestra !

 

Quando ripresi sonno, feci un terzo sogno nel quale c’era un magnifico bruco verde che sui lati laterali cambiava colore (blu, rosso, giallo…). L’osservai per un momento, attratta dal suo comportamento. Lo feci vedere a degli amici e lo rimisi nel suo ambiente. Ma essi mi dissero che era un peccato, avrei potuto fare una foto per mantenere in memoria ciò che stavo scrivendo. Subito andai a cercare il bruco per scattargli delle foto. Là mi sentii come una ragazzina egocentrica che manipolava gli animali in tutti i sensi, senza rispettarli. Ad un certo punto, volevo sistemarlo in un certo modo per una foto ulteriore ma le sue ventosette facevano resistenza, quindi tirai forte. Il suo corpo si staccò ma mi accorsi che gli avevo rotto le zampe ! Ero inorridita da ciò che avevo commesso !

 

Cercherò ora di vedere oltre questa moltitudine di indizi :

 

 

La trinità e il bianco Leo

 

Mi rendo conto che alcuni elementi come la cifra 3 compaiono regolarmente nelle nostre avventure e comprensioni.

Questa volta, sotto forma di gattini bianchi, tre, e tre fiamme bianche che rimarcano questa trinità. Questi piccoli tre Leo erano legati assieme come un Triskell…

 

Facendo qualche ricerca su questo glifo celtico vengo a sapere che questa parola significa “a tre gambe”. La sua forma spiraleggiante simboleggia la circolazione di energia, la vita. In essa vi è contenuto il passato, presente e futuro, collegati assieme al centro.

 

E guarda caso : dei gattini bianchi a tre zampe formano una figura celtica “a tre gambe” mentre ritrovo la loro nonna, la Tre-Zampe, morta. E anche loro stavano morendo !

 

Il Leo handicappato in me stava morendo…

Il passato, presente, futuro tre generazioni e tre cucciolate…

Memorie celtiche…

Le esperienze cicliche, memorie da rivivere di ritorno sino ad integrare la posizione centrale, quella della Coscienza.

 

Inoltre le tre fiamme bianche, nella grande piscina in cui avviene un procedimento alchemico di una certa portata che permette di curare un Leo, mi parlano chiaramente di una fecondazione, di una complementarietà tra il principio maschile (i tre pistoni che sputano fiamme bianche) e il principio femminile (la piscina che accoglie le fiamme).

Questa scena mi aiuta a coscientizzare che il grande laboratorio in me, tecnologico ed emozionale, è un dispositivo alchemico molto potente, che permette, grazie all’utilizzo della forza di queste tre fiamme bianche combinate all’acqua, di realizzare l’elisir che aiuta l’Urmah in me a ritrovare la sua attitudine. Ovviamente a condizione di aprirgli una delle porte che portano al centro di questa alchimia…

 

Tengo a precisare che in tutti gli anni che ho passato in fattoria e le decine di cucciolate di gattini, non ne ho mai visto uno bianco. Questi rappresentava la purezza, la rarità. Se nella mia “vecchia vita”, mi fossi permessa il lusso di scegliere un gatto “per me”, avrei optato per questo colore. Il felino bianco era il mio sogno !

Ovviamente, oggi sono consapevole che tutti questi gatti bianchi incarnano la presenza del leone bianco nella mia quotidianità.

Cominciava davvero a solleticarmi, quindi mi misi a indagare su questo argomento di tale felino particolare.

Mi cadde l’attenzione su un fatto molto raro : tre leoncini erano nati in uno zoo (e non è male), erano bianchi e questo anche non è niente male !), e indovinate dove si trovava lo zoo ? In Bretagna (questo è proprio uno scoop di sincronicità !!!). Erano tre, bianchi, e stavano bene…

ed erano celti !

 

 

Ecco a proposito di questo animale degli stralci dal libro di Linda Tucker - I leoni bianchi annunciano una nuova era glaciale :

 

“...Maria mi introdusse ad altri uomini medicina africani che appartengono a numerose tradizioni; tra questi si trovava l’eminente gran- sacerdote Baba Credo Mutwa, assolutamente il più grande depositario della cultura africana e il Guardiano di quello che si chiama "Umbalo", la conoscenza segreta d’Africa.

 

... Maria disse che la Via Lattea, "fiume delle stelle", è il luogo d’origine dei leoni bianchi. Disse anche che “I suoi antenati le dissero che molto tempo fa quando il fiume era in cielo, morirono molte persone. Quando il fiume fosse ritornato ancora in quella posizione, l’umanità avrebbe conosciuto la stessa sorte”. [18]

 

… Timbavati ha come etimologia “timba” (discendere come un uccello), “vati” (al suolo) in lingua Tsonga antica.

Credo Mutwa racconta la leggenda associata a questo luogo. Quando una grande regina di lignaggio patriarcale ancestrale si ammalò, tutti pregarono per lei, e una notte una grande stella cadde sulla terra.

La regina volle vederla assolutamente. Illuminò il paesaggio di una luce bluastra. La gente gridava Timbi-Lè Vaa-ti, per dire che l’oggetto era caduto sul suolo.

La regina camminò molto sino ad avvicinarsi all’oggetto. Questi emetteva uno strano borbottio. La gente allora temette questa potenza degli dei. Poi la regina vide un “dio” che usciva dalla luce bluastra. Era come una silhouette luminosa. Mise la sua mano contro quella della regina, poi sparì e gli occhi della regina si misero a brillare. La regina disse che gli dèi volevano portarla con loro e che erano venuti per questo.

La regina avanzò verso la luce. Le due damigelle che l’accompagnavano tremavano di paura e quando la regina scomparve, corsero il più velocemente possibile al villaggio, dove tutti videro la stella salire in cielo e partire immediatamente.

Gli anni seguenti, tutti gli animali che nascevano in quel luogo erano bianchi con gli occhi celesti (babbuini, leopardi, elefanti, antilopi, impala…). Alcuni orici (gazzelle) avevano solo un corno. Il grande re Npepo I dichiarò quindi che Timbavati era un luogo sacro. I leoni bianchi apparivano sempre in questo luogo.”

 

E’ interessante constatare, in questo racconto che narra un avvenimento molto antico, che la descrizione corrisponde perfettamente all’intervento di un Ufo che lascia dietro di sé un campo elettromagnetico potente al punto da influenzare l’epigenetica degli animali che vivevano in quella zona.

 

Facendo riferimento alle conoscenze Cassiopeiane di Laura Knight e al nostro stesso vissuto riguardante l’Onda in progressione verso il nostro pianeta, una moltitudine di segnali precursori (cambiamento dell’elettromagnetismo terrestre, meteoriti, visite extererrestri ed extranauti frequenti, grandi epidemie, stravolgimenti climatici che accompagnano una forte attivazione di modificazioni epigenetiche) annunciano la fine di un ciclo permettendo a certi umani, elevando la loro coscienza, di approfittare di questo cambiamento elettromagnetico per “surfare” sull’Onda.

 

“…Dal punto di vista genetico, i leoni bianchi sono un’anomalia. Una forma albina produrrebbe occhi rosa. Mentre loro hanno occhi blu. [97]. Secondo Credo Mutwa, non è una mutazione recente. Tali leoni sarebbero apparsi già tantissimo tempo fa, e la loro presenza a Timbavati non sarebbe che una “ricomparsa”.

 

…I leoni bianchi sono collegati alle stelle. “Il nostro popolo crede che i re leoni siano collegati al cuore del leone celeste, che i vostri astronomi chiamano “il piccolo re”, Regulus“[68]. Ma tutto sulla terra è collegato alle stelle. Non siamo soli in questo universo. Il leone è legato alle stelle non importa quali. Il leone è semplicemente legato a Orione, le tre stelle della cintura di Orione. I Ndebele chiamano una di queste stelle Mbube, che vuol dire “leone”. E’ la stella di mezzo. Il popolo Ndebele crede che tutto ciò che accade sulla terra è controllato dagli esseri della stella Mbube.” [169]

I leoni bianchi sono collegati anche alla costellazione chiamata “Leone esiliato”, Mbubedingile, ossia Leo.

 

Mutwa dice anche che il nome delle costellazioni corrisponda all’origine degli animali.

“Tutte le famiglie di stelle o costellazioni attorno al globo, hanno contribuito ad installare gli animali sulla terra ad un certo momento della creazione. La Terra madre ha chiesto al Leone Esiliato, Mbubedingile, di inviare grandi carnivori sulla terra- leoni, leopardi e gatti selvatici - per proteggere l’umanità da entità negative. Ma l’uomo aveva troppa paura di vivere coi leoni per cui ha scelto di addomesticare i gatti selvatici e tenerli in casa.” [170]

 

Quest’ultima frase mi parla proprio della mia paura di andare incontro a questo potere leonino. Dunque inconsciamente, sino ad oggi, preferivo il compromesso che consisteva nel circondarmi di piccoli leoni piuttosto che incontrare veramente il mio leone interiore…

 

“…Secondo gli egizi la genesi si chiama Zep Tepi. (Zep= tempo, tepi= primo). Significa anche “gli antenati”, coloro che vengono per primi. Tepi-aui sono le divinità ancestrali che creano la civiltà durante l’Età dell’Oro. Il geroglifico corrispondente mostra un leone, ciò indica che i primi antenati erano leonini. Horus discende quindi da un lignaggio di divinità leonine.

 

… “Il meridiano nilotico (del Nilo) è sacro al di là di ogni paragone, perché rappresenta l’inizio dei tempi, dove gli dèi leone camminavano fra gli uomini”. [205], L’anomalia apparente del Nilo, l’unico fiume che scorre da sud verso nord è estremamente importante, proprio come il suo corso lungo il primo meridiano terrestre al centro delle masse continentali della terra. Il Nilo origina dall’equatore, a 0…”

 

Il tempo terrestre originario in seguito al quale il “corso della vita” fu invertito era un tempo in cui l’umano aveva totalmente integrato la sua parte leonina, l’Urmah razza umanoide felina… ndt) quindi era ben presente.

 

“…Il “Verbo del Leone” è il Logos solare, la vibrazione del sole stesso, la stessa essenza che crea la vita su questo pianeta. Il sole e il leone sono strettamente collegati perché fanno parte della stessa forza vitale del dio-sole. L’associazione del leone all’oro è profonda. Il sole al centro del nostro sistema solare è collegato al cuore in oro del centro della terra. Da questa essenza dell’anima, nacque la vita stessa. [216]

I Leoni bianchi possono riferirsi all’oro nella sua essenza più pura, l’oro bianco. [221]

 

…Il consumo di carne e la conquista del fuoco, segnano una grande svolta per l’umanità. Aumenta l’intelligenza e appare la tecnologia. Come dice Brian, è il consumo di carne che differenzia l’uomo dalla scimmia, e tale cambiamento di abitudini cambia tutta la vita : la caccia implica cooperazione nel gruppo, suddivisione dei compiti, condivisione di cibo, utilizzo di utensili, ecc.

C’è quindi un legame evidente tra il mondo simbolico di Mutwa e il mondo scientifico di C.K.Brain.

Il passaggio ad un’alimentazione carnivora, che si trova nella leggenda raccontata da Credo Mutwa, era uno scambio di anime. “Anche gli erbivori che consumano vegetali attuano uno scambio d’anime”. Tale scambio era un “contratto sacro”, poiché “nessun’anima di animale può elevarsi contro la sua volontà. Era un regalo che i leoni fecero in quel momento”. Sfortunatamente, visto che noi mettiamo in pericolo tutto l’ecosistema, non onoriamo più questo scambio. C’era un legame profondo tra gli uomini e gli animali, perché quando cacciavano, si mettevano al posto dell’animale, anticipavano i suoi spostamenti. Per cui il cacciatore sviluppava una relazione di simpatia con l’animale che uccideva.

Per un esame approfondito su questo argomento leggere il libro The Art of Tracking.

 

Per quanto riguarda il legame tra felini e umani, Credo Mutwa, dirà più avanti che i Dinofili (tigri dai denti a sciabola) erano chiamati Ngewula ed erano addomesticati. Difendevano gli uomini. Per di più, Credo Mutwa pensa che ne siano rimasti sulle montagne Magaliesberg. Tuttavia, Credo Mutwa afferma che il problema d’interazione tra i primi uomini e i felini fosse un dettaglio ben più ampio di quanto si possa immaginare. “Non siamo la prima razza intelligente su questo pianeta…”

 

A conferma che ci furono molte più umanità più passaggi dell’Onda e, come quando la regina fu presa da un’altra civiltà, i leoni bianchi si presentano di nuovo con la punta del loro muso per avvertirci di un profondo lavoro di integrazione da effettuare per essere pronti al prossimo passaggio del treno.

 

“… contrariamente agli albini, i leoni bianchi non hanno anomalie o debolezze, ciò lascia pensare ad un’alterazione di ordine genetico. I loro occhi a volte sono giallo oro o blu. Secondo Mutwa, questi animali “annunciano cambiamenti futuri su questa terra”, tali animali sono evidentemente animali da neve che crescono in condizioni glaciali.

 

… Da tempo gli scienziati ci hanno avvertito dell’inizio catastrofico della prossima era glaciale. L’astrofisico di Cambridge, John Gribbin, afferma che la luce solare estiva, l’indicatore chiave dell’arrivo di una glaciazione, è diminuita in modo regolare da 11.000 anni al punto che, come d’altronde ogni cosa, c ‘è il rischio di una reale e improvvisa espansione di neve e uno strato di ghiaccio, “un chiaro attacco di neve” che annuncia l’inizio di una nuova Era glaciale. (fonte: The Monkey Puzzle).

 

...L’idea che un unico gene bianco possa apparire in previsione di un cambiamento climatico radicale, non può ancora, secondo le mie conoscenze, essere provato. Ma nella prospettiva di Mutwa dei leoni Bianchi come messaggeri profetici, è del tutto coerente.” [228]

 

…Linda Tucker spiega che entriamo nell’Era dell’Acquario nell’Emisfero Nord ma che entriamo anche nell’Era del Leone nell’Emisfero Sud. Insiste con l’idea che c’è un legame diretto tra i cicli delle Ere glaciali e l’evoluzione dell’umanità. Potremmo così avere l’opportunità di sperimentare i principi di unità dell’Età dell’’Oro, su questa terra che è sul punto di fare un’inversione nella nuova Era Leone-Acquario.

“I leoni bianchi in realtà, sono animali in anticipo sul loro tempo, precursori della prossima Era glaciale, messaggeri angelici tornati sulla terra in un momento di fragilità ecologica e psicologica – per aiutare l’umanità nelle sue prossime sfide.” [260]

 

In effetti questo angelo (questa parte di noi) si manifesta per darci l’opportunità di salvare noi stessi in questo fine ciclo…

 

 

I tre gatti ipnotici

 

Scrivendo questo testo continua a girarmi in testa in modo ipnotico, come già accadeva all’epoca, una canzone-rebus della mia infanzia :

 

“tre piccoli gatti, tre piccoli gatti, tre piccoli gatti, gatti, gatti

Cappello di paglia, cappello di paglia, cappello di paglia, paglia, paglia,

Tappetino, tappetino, tappetino, ino, ino (paiallason, pailasson, pailasson, son son)

Sonnambulo, sonnambulo, sonnambulo, bulo, bulo…”

 

Essendomi informata sulla programmazione mentale dove si usano certi films, fiabe, canti, ecc, mi rendo conto sino a che punto le parole possano essere portatrici di programmi che hanno un forte impatto sulla nostra psiche.

Mi diventa chiaro oggi che questa canzone, che i bambini cantano a ripetizione a scuola, faccia parte di un programma di formattazione. Tanto più che il senso delle prime parole ci svela qualche indizio :

 

“Tre piccoli gatti” per me fa riferimento all’energia Urmah in divenire.

“Cappello di paglia” mi fa pensare allo spaventapasseri, burattino solitario, immobile e privo di anima così come può diventare l’umano nello stadio più oscuro della sua evoluzione entropica.

“Tappetino” conferma ben l’idea di “essere uno zerbino”, totalmente sottomesso a chi si pulisce le scarpe. La parola son (suono) si distingue dalla frase. Infatti è attraverso i suoni di diverse lunghezze d’onda e in genere basate su un ritmo di tre (come la maggior parte delle musiche accompagnate da flash di luce in locali bui), che l’uomo di laboratorio quale noi siamo, viene programmato ad agire in questo o quel modo, giungendo addirittura ad obbedire a delle direttive di assassino quando il Signore SDS preme sul suo telecomando…

 

Ed ecco raggiunto il confezionamento di un perfetto “sonnambulo”, che agisce in modo meccanico dormendo ! Alcun rischio che il Leo in lui si risvegli (attraverso la comprensione di ciò che la sua bolla di percezione gli rinvia).

 

 

 

Non c’è il 2 senza 3… o il 3 senza il 4 ?

 

Il “Non c’è 2 senza 3” che stava accadendo con la terza cucciolata dei gattini, mi indica un ciclo che inizio a coscientizzare nel quale le esperienze accadono di tre in tre. Non sono abbastanza esperta in psicologia ma non mi stupirebbe che l’assimilazione di un’esperienza sia strettamente collegata ad una ripetizione di tre. D’altronde il mio lavoro coi cavalli me lo conferma poiché ho imparato e sperimentato che chiedere tre volte di fila al cavallo un esercizio, permette un’ottimale integrazione.

 

Per quanto mi riguarda, ho notato che la mia Supercoscienza utilizza questa stessa ripetitività di lezioni visto che, da che vivo a Saint Just, sono queste tre cucciolate successive di gatti che mi stanno permettendo di assimilare la lezione magistrale di mollare il controllo rispetto agli animali in generale.

 

La prima fu l’avventura dei tre gattini da nutrire, far socializzare e donarli.

La seconda coscientizzare la situazione di schiava nella quale una montagna di senso di colpa mi rinchiudeva e responsabilizzarmi nel liberarmene dando loro la morte.

La terza cucciolata è quest’ultima con i tre gattini bianchi che avevano solo tre zampe. Non mi sono incaricata della loro sopravvivenza, di curarli e di socializzarli, e non ho dovuto attraversare il terribile senso di colpa e dolore nel partecipare alla loro morte bensì ne avessi contribuito.

 

Tutto mi stava indicando – attraverso le tre cucciolate, la scoperta della gatta a tre zampe morta, le tre generazioni (nonna, madre e figli) e i tre gatti bianchi in fin di vita – l’importanza e la predominanza di un ciclo basato sulla cifra tre.

 

Tuttavia, se guardo la scena a posteriori, la scoperta del cadavere della Tre-Zampe metteva l’accento sull’esperienza che precedeva le altre te (la prima dove avevo iniziato a nutrirla impietosendomi per la sua povera salute : estrema magrezza, una zampa in meno, per cui la non possibilità di cacciare, e un morso di cane sulla testa. L’universo ci aveva messo di tutto !) e che ora, con la sua morte, ricominciava il ciclo. Si direbbe che il quattro ha pure il suo ruolo nella storia, un ruolo di transizione, di passaggio, di gradino, trans- mort-fazione (trasformazione gioco di parole che ho trovato un giorno facendo un errore di scrittura…) !

 

Eh già, la quarta zampa senza la quale il Leo non può procedere…

 

Il quattro è anche il centro del triskel, il centro del vortice dove tutte le realtà di tre (3° densità) si annullano: simboleggia il buco nero che permette il passaggio da una dimensione all’altra.

 

Grazie a questa retrocausalità, il mio legame di predazione energetica, sino ad oggi inconscio, rispetto agli animali poteva essere coscientizzato e modificato. Un nuovo futuro (e sicuramente non il più accessibile poiché non fa parte della mia programmazione SDS), prendeva forma a permetteva a mia volta di superare uno stadio verso la liberazione da una predazione energetica di cui io sarei la preda. Ciò rappresenta un livello di affrancamento da una delle leggi più importanti di questa realtà di terza densità: la catena alimentare dove l’uno si nutre dell’altro.

 

Aver trovato la Tre Zampe morta (e stranamente ben conservata) più di un anno prima la sua scomparsa, mi confermò sino a che punto avevo potuto proiettare le mie paure. Infatti ero persuasa che si era fatta mordere la testa da un cane del borgo perché non le era possibile fuggire facilmente, ma invece avrebbe potuto terminare tranquillamente i suoi giorni nel luogo che era familiare.

 

Questi animali ai quali manca l’uso di una o più zampe : i gatti, il piccione, il bruco, il pollo… capisco che attiro questi esseri infermi in questo periodo in cui mi viene chiesto di spingere oltre i limiti della mia capacità di lasciare il controllo.

Potrei fare orecchie da mercante e mantenere il controllo fabbricando delle protesi per tutti gli animali che incrocio sul mio cammino e non rischierei di rimanere lavoro !

 

Stavano tutti mettendo in scena concretamente, a ripetizione e sotto il mio naso, le mie credenze limitanti, (ad esempio ciò che potrebbe essere buono per loro), sino a che l’informazione potesse giungere al cervello e avvenisse così la presa di coscienza ! Mi mostravano sino a che punto tale controllo li amputava della loro facoltà di avanzare limitandoli nel cammino della loro anima. Per effetto specchio, mi mostravano esattamente la stessa cosa che concerneva me.

 

 

Il potere femminile, rosso come il sangue

Durante i giorni delle avventure coi felini, non avevo tanto preso coscienza di quanto mi piacesse circondarmi del colore rosso scuro. Come ho spiegato prima, il sangue delle mie regole ha iniziato a scorrere al momento della morte dei gattini, poi senza farne il collegamento avevo avuto intenzione dipingere il nostro tavolo da giardino in rosso basco, situato lui stesso a fianco di fiori di lino rosso che avevo seminato perché il loro colore mi affascinava.

 

Continuai a rendermi conto, sistemando il furgone, della continua presenza di questo colore rosso sangue bordeaux poiché le mie scelte di tessuti e altro materiale erano sistematicamente su questo colore associato ad un blu profondo.

 

Poi feci “tilt” quando una settimana prima, per la terza volta nella mia vita, andai dal parrucchiere perché volevo osare fare una colorazione, delle meches color prugna. Alla fine su suo consiglio optai per un colore rosso !

 

Il giorno dopo, in seguito alla lettura di un articolo di J.G.Vesone riguardante le messe in gioco interdimensionali dell’energia femminile, meccanicamente premetti su un tasto “ prossimo blog”, e caddi su quello di una donna con i capelli rossi che ricordava le sue memorie di strega e pubblicava le avventure di tutti i suoi gatti sul suo blog emozioni di una Strega.

 

 

Ecco la sua fase sulla prima pagina.

“I sentimenti che ci animano, creano il nostro essere, metamorfizzano alcuni in mostri, altri in saggi, ma la maggior parte di noi è divisa in angeli e demoni, condannata ad essere la metà dei due generi per tutta la loro vita, siamo dei perpetui mutanti…”

 

E ovviamente una delle foto che mi è saltata agli occhi era quella di un gatto bianco.

Prima di entrare in questo blog, mentre mi chiedevo quale fosse il legame che avevamo la Minette ed io, riflettei che prima non avevo sperimentato una relazione così stretta con un gatto, una relazione che assomigliava molto più a quella di un cane con un umano, nella quale, ad esempio, quando il padrone esce di casa, il cane gli corre incontro sistematicamente con tanto affetto.

 

La Minette aveva esattamente lo stesso comportamento con me. Appena mi vedeva, arrivava (anche da incinta) emettendo quel miagolio gutturale e affettuoso che i gatti emettono nel proprio clan. Se mi sedevo da qualche parte per un’ora, si posava vicino a me per un’ora, se mi muovevo, lei si muoveva.

 

Da parte mia, nonostante il mio controllo e tutte le proiezioni delle mie debolezze che potevo fare su di lei, percepivo un legame molto sottile che andava affinandosi. Difficile spiegare, ma è come un sentire emozionale collegato al suo e in cui ho l’impressione di poter comprendere (ossia vivere) i suoi minimi fremiti…

 

L’immagine archetipale che mi è arrivata quando pensavo a questa relazione abbastanza rara tra un gatto e un umano era quella di una strega. Questa sincronicità mi spinse a constatare una risonanza con il vissuto di questa persona (capelli rossi, gatti, consapevolezza della nostra costituzione mezzo angelo, mezzo demone…), era la conferma che in quel momento stavo rivisitando le mie memorie da strega !

 

Così come i gatti e “la zampa in meno”, anche il colore rosso insisteva…

La complementarietà del rosso e del blu, mi faceva pensare alle famose vetrate della Chiesa di Rennes-le-Chateau dove Maria Maddalena lava i piedi del Cristo.

 

Quindi sono andata a rivisitala…

 

La sua posizione – l’unica donna del quadro a terra mentre tutti gli altri sono uomini a tavola che discutono – ha fatto riemergere in me una sensazione di sottomissione e di umiliazione (come una prostituta che espia i suoi peccati… come viene spiegato in alcuni testi…) ed è proprio ciò che il dogma giudeo-cristiano cerca di indurre per ottenere una reazione e confusione e bloccare l’accesso al vero insegnamento.

 

Tuttavia se si guarda al simbolismo in modo meno emozionale e più oggettivo, molti elementi arricchiscono questa caccia al tesoro :

 

Il modo con cui lei gli lava i piedi non è banale, non è un semplice lavaggio ma una unzione.

“Le unzioni sono dei supporti di presenza divina che permettono di sacralizzare; sono utilizzate per le feste di incoronamento del re, per conferire un potere reale, come messaggero del sacro. L’unzione è strettamente collegata all’imposizione delle corone, con l’unzione si trasmetteva la forza del sovrano” www.etre-et-feminin.com

 

Tale unzione in effetti veniva svolta con un olio profumato di nardo (proveniente da un roseto sacro) ma ancora più importante con le lacrime che versava Maria Maddalena… In seguito asciugava i piedi del Cristo con i suoi capelli.

 

I piedi sono la parte del corpo in contatto con la terra, quindi con tutte le nostre memorie karmiche.

 

Il colore rosso nella parte bassa (la terra, l’incarnazione) simboleggia il sangue delle mestruazioni della donna. Non per niente sono state viste come sporco e ridotte ad un semplice handicap dal sistema patriarcale, visto che permettono, associate ad un certo livello di coscienza, la trasmissione dell’immortalità all’uomo, simboleggiato lui stesso dal colore blu messo in alto (il cielo, i cieli).

 

I capelli portatori della nozione di potere, di connessione al cosmo formano in questa immagine (il dipinto sulla vetrata della chiesa di Rennes-e-Chateau) due serpenti che si possono facilmente collegare ai filamenti del DNA in forma di eliche. L’aureola e i capelli rossi non passano inosservati, secondo me fanno riferimento alla forza solare, un potere leonino e un’origine celtica…

 

Ci sono abbastanza segnali per comprendere che, attraverso questo atto sacro di umiltà, Maria Maddalena simboleggia di fatto il principio femminile compiuto e quindi l’iniziatrice.

L’iniziatrice che detiene un potere inscritto nel suo DNA, che con la sua connessione ai cicli universali manifestati col sangue mestruale, offre al principio maschile, attraverso il potere delle lacrime, la sua ricetta alchemica affinché entrambi possano accedere a quell’equilibrio androgino interiore simboleggiato in questo caso, dal vaso, il Graal che ha in sé il contenuto e quello che lo contiene.

 

In questo momento particolare, il messaggio di questa rappresentazione mi parla, poiché in una delle nostre ultime condivisioni di gruppo, si era manifestata in me una resistenza molto forte.

Sand era stata scossa energicamente come un albero di cocco da un’energia predatrice piena di “C” (Dialogo 44) rispetto al suo controllo che nascondeva la possibilità di andare ben oltre nell’integrazione del suo ruolo femminile. Una volta aver individuato il suo programma di resistenza, mi trasmise a sua volta lo scuotimento visto che io non avevo coscienza della mia negazione.

 

Era la mia ribellione, come quando ebbi l’impressione la prima volta nel vedere quel dipinto, che mi manteneva nella negazione. Per uscirne, dovevo rimettermi profondamente in discussione riguardo al ruolo femminile che una parte di me (l’Amasutum in guerra contro il Gina’Abul) rifiutava di vedere per paura di sentirsi sottomessa e umiliata. Il controllo che faceva da scudo. Occorreva che imparassi ad abbassare il mio scudo, mentre avevo l’impressione di stare già facendo questo !

 

La cosa più dolorosa era fare questa rimessa in discussione di fronte al predatore di David che vedevo grande come una casa !

Il giochetto del mio predatore era quello di distogliermi da questa possibilità con il mio orgoglio che mi diceva che fino a che l’altro rifiutava di andare più lion (leone… errore rivelatore anziché scrivere loin= lontano), nella sua messa in discussione, ebbene io stessa non sarei andata oltre ! NO !

Alimentata dalle mie memorie di vittima e dal mio controllo, rimanevo ferma nella mia posizione difensiva e rifiutavo di piegarmi di fronte al maschile che una parte di me percepiva sempre come pericoloso.

 

Tali informazioni aprirono il loro passaggio dal mentale alle cellule sino a che ebbi dei forti scossoni e dimostrazioni pedagogiche dalla mia Sopracoscienza (raccontati già prima) affinché si integrassero ancora più efficacemente e mettessi in atto queste comprensioni.

I colori come il rosso (sangue, incarnazione, femminile, potere solare) e il blu (cielo, dimensioni più eteriche, maschile, freddo) chiedevano di alleare le loro complementarietà, di fondersi, per dare quale colore ?

Il bianco ! [Mescolanza additiva che si ottiene con luci a lampade non con i colori per pittura… ndt]. Questo colore che non è uno. Questa vibrazione che contiene in sé tutti i colori dell’arcobaleno, la purezza, l’equilibrio, il passaggio… il Leone Bianco !

 

Questo ci porta alla nostra cara bandiera francese: il blu e il rosso alle estremità collegate dal bianco al centro.

 

Non c’è da meravigliarsi che su questo suolo si scateni un’energia predatrice. Essa tenta a tutti i costi di affossare le coscienze che si risvegliano con la forza del centro manifestato dal 4.

 

Secondo l’Angelo di Gitta Mallasz e i suoi amici, il vero Umano si situa al 4° livello (o al quarto ramo del candeliere della kabala) la cui funzione consiste nel riunire in sé i tre piani inferiori (materia, il rosso) e i tre piani superiori (coscienza, il blu) per formare in tutto il 7. Ed è solo lui che può realizzare l’unione tra questi mondi.

 

 

Maria Maddalena, le streghe e il Gatto-Man

 

Osservando le tracce ostruite con la demonizzazione di alcuni archetipi umani o animali, ci diventa facile individuare le faglie della Matrice. Maria Maddalena, archetipo del femminile sacro viene rappresentata rossa come la strega…

 

Quali sono i loro punti comuni ?

Un’emarginazione dovuta ai loro strani poteri, una persecuzione sia con i testi o più direttamente con la tortura e i roghi, una capacità di guarigione, un legame quotidiano col mondo invisibile, la trasmissione di insegnamenti e segreti, l’accusa di partecipare a dei riti sessuali demoniaci, ecc…

E’ facile vedere che la via di un femminile alleata alla forza delle sue intuizioni e alla Conoscenza, è una via vietata dal sistema patriarcale.

 

Quanto al gatto, durante la caccia alle streghe, esso fu ufficialmente dichiarato l’incarnazione del diavolo subendo così gli stessi “favori” riservati alle donne.

Ecco uno stralcio dal libro Gatto Nero di Nathalie Semenuik :

 

“…E’ con la bolla di papa Gregorio IX, Vox in rama, nel 1233, che il gatto venne dichiarato “servitore del diavolo”. Utilizzata dal XI secolo, l’idea secondo la quale gli eretici si davano al rito dell’adorazione del Diavolo, viene rafforzata da questa bolla che descrive il sabbat delle streghe e il loro culto del diavolo…

…Il papa Innocente VIII (che porta perfettamente il suo nome !), con la sua bolla pontificia del 1484, decretò che le streghe dovevano essere condannate dall’Inquisizione al rogo con i loro gatti.

…Agli occhi della Chiesa, le donne, considerate come delle “creature fragili, predisposte a cedere alle tentazioni di Satana”, erano tutte le vittime designate.

Le streghe quindi venivano descritte come esseri solitari e asociali che si circondavano di gatti, neri o non. In realtà queste “streghe” erano delle donne che appartenevano alla classe umile della popolazione, e vivevano sole. Molte erano delle donne-sagge o guaritrici, depositarie di una farmacopea e di saperi ancestrali… In breve, donne sospette agli occhi della Chiesa.

…In Scozia, si praticava il tragico rituale del “taghairm” che consisteva nel fare un’offerta al Diavolo di gatti neri. Venivano infilzati vivi e bruciati. Le urla delle vittime di questo rituale avevano come scopo di far apparire lo spirito satanico sotto forma di un gatto. I partecipanti delle cerimonie potevano così vedere realizzati i loro voti”.

 

Poi i Catari e in seguito i Cagots (oppressi così bene da uscire addirittura dalla memoria del popolo), iniziati anch’essi alla conoscenza di un equilibrio universale nel quale il Principio Femminile gioca un ruolo essenziale, conobbero anch’essi la sorte di una persecuzione senza tregua.

 

Così, tutti questi esseri umani che non avevano soffocato il loro potenziale emozionale e intuitivo (così come lo consiglia “gentilmente” il sistema repressivo) ma anzi avendolo sviluppato, furono perseguitati.

 

Furono messi tutti nello stesso sacco… con il gatto.

 

Ma perché tanto accanimento contro questo essere che in quanto animale non può avere fini sovversivi o una volontà di rimessa in discussione del sistema in cui vive ?

Forse perché il gatto è un animale speciale dotato di facoltà extrasensoriali, che gli conferiscono la capacità di passare facilmente da una dimensione all’altra e probabilmente servire da messaggero, anche se questo avviene nella sfera inconscia dell’umano.

 

Secondo Linda Tuker:

"…I gatti sono animali sacri perché ci proteggono da nemici invisibili “che noi temiamo più di ogni altra cosa”. Le streghe potevano anche servirsene a fini malefici, ed è per questo che a volte venivano rubati da altri villaggi. I gatti possono servire anche alla divinazione, guardandoli negli occhi. [66]"

 

Visto le informazioni che ora sono state messe assieme rispetto alla forza leonina, è molto probabile che coloro che manovrano i fili e che sono al corrente di cose fondamentali (che ovviamente la massa ignora), sanno che questo piccolo leone è da temere. Sicuramente sanno, date le sue origini galattiche, che ci sono dei codici in lui che gli permettono di risvegliare la genetica Urmah addormentata in alcuni umani in cerca di verità, potrebbe risvegliare quindi un potenziale che – rinforzando il processo d’equilibrio interiore femminile/maschile – permetterebbe di passare attraverso i punti deboli della Matrice artificiale.

 

Con l’associazione del Gatto e dell’Umano, il Gatto-Man si svela…

 

Lo sblocco nella nostra epigenetica delle memorie Urmah, ci offre la chiave che apre le porte della prigione !

 

Ovviamente i veri sciamani corrispondono esattamente a quelli che hanno le qualifiche citate prima dell’archetipo “strega” o “Maria Maddalena”. I loro insegnamenti furono screditati completamente dall’onda giudeo-cristiana ed ora la New Age sta creando una moltitudine di pseudo-sciamani che usano falsi artifizi e propongono ogni sorta di percorsi facili per forzare le porte della percezione.

 

Ritorniamo a Credo Mutwa:

 

“…Mutwa racconta che durante la sua iniziazione, ha incominciato a sentire i pensieri della gente proprio mentre stavano parlando, e vedeva la differenza tra ciò che pensavano e ciò che dicevano. Aveva anche delle “allucinazioni strane ed esperienze furori dal corpo”. La sua percezione del corpo poteva cambiare di molto, un minuto poteva durare un’ora prima di rendersi conto che era lui che aveva rallentato il tempo. Vedeva anche immagini e simboli che brillavano davanti a lui, tipo una clessidra che andava al contrario, una testa di leone con raggi di sole. Mutwa non prendeva alcuna droga, neppure leggera, sapeva che ogni droga riduce le attitudini dello sciamano e il suo legame con la natura.

...Secondo Credo Mutwa, l’essere umano non ha 5 ma 12 sensi. “Uno di questi sensi è la capacità di uscire fuori dal suo copro a volontà ed entrare in un altro spazio. Non è sopranaturale, è una cosa normale…”

“L’uomo possiede la capacità di influenzare non solo gli animali ma anche gli oggetti inanimati.” Noi facciamo appello a questa capacità generalmente solo durante periodi di crisi.

…” Nella Grande Tradizione, gli uomini non avevano uno stato superiore a quello delle donne”. [120]. Nei più alti ranghi dei Sedussi, la condizione umana perfetta non era né maschile né femminile, ma l’unione dei due. Quando gli Africani vi onorano come saggio, vi danno un nome femminile”. [121]

 

Poco alla volta riesco a tessere una comprensione globale di questa rete di informazioni inviate dalla mia Supercoscienza. Da questo concatenamento di segnali che rivelano una strada molto precisa, ora posso trarne una comprensione essenziale : attraverso la mia genetica, detengo in me tutto il potenziale necessario per un affrancamento da alcuni programmi limitanti, tale affrancamento associato alla genetica maschile e completato da un risveglio di memorie Urmah permette una reale trasformazione : quella del Gatto-Man androgino.

 

La ripetizione occhiolini riguardanti il gemellaggio e anche la triplicità mi aiuta a prendere più coscienza della presenza di tutti gli altri me nelle dimensioni parallele. Anche il fatto che queste manifestazioni siano sempre più frequenti, illustra bene che il velo si assottiglia mano a mano che la coscienza si espande.

D’altra parte, tali indicazioni completano l’informazione riguardante la necessità di riunire in sé le differenti polarità, per formare infine una unità che scattò al momento della scelta della Coscienza di venire a sperimentare il ciclo karmico dell’avventura umana, quando c’è stata la caduta dell’angelo…

 

La triplicità mi evoca la complementarietà dei gemelli maschile e femminile alla quale si associa la potente energia solare leonina. L’unione nello stesso uovo (come lo raccontiamo dettagliatamente nella 2° parte del capitolo V), ci riporta al gemellaggio della coppia. Rafforzata essa stessa dal potere solare – riflesso nella nostra quotidianità attraverso la sinergia dell’équipe Leo – permettendo grazie all’azione di uno specchio che riflette la luce nel più piccolo angolo oscuro, di svelare programmi ben nascosti !

Tale specchio “multi-sfaccettato” che offre il lavoro di gruppo permette di mantenere costantemente un occhio vigile sulle furbizie del predatore volto a riportarci tra le maglie della catena. Per cui ogni nostro giro, ci permette di fare da “sveglia” per gli altri come lo spiega bene Johannes riferendosi a Gurdjeff nel suo testo Presentazione sul processo della Presenza.

 

Le nostre avventure che fluttuano tra le realtà di 3° e 4° densità illustrano a meraviglia le strategie sempre più sottili che il predatore utilizza per insinuarsi nelle nostre fragilità.

 

Per cui non è vestendomi da sciamano, o partecipando a degli stages tantrici, o circondarmi di gatti o ancora andando a vedere dei leoni in Africa, o praticando regolarmente esercizi che sviluppano le mie capacità extrasensoriali, che si compirà il REALE lavoro interiore. In quel momento starò sognando di essermi svegliata continuando a dormire tranquillamente !

 

Ma avendo sperimentato questo tipo di sonno, ora so che i gradini del risveglio si salgono senza cercare di compiere imprese di “pseudo-connessione” ! L’insegnamento diventa tanto più potente quanto più si riesce a lasciare il controllo e si accetta di vivere l’esperienza qualsiasi essa sia e lì dove ci si trova (ad esempio nelle nostre due piccole stanze) con l’entourage presente (il mio compagno, la nonnina del villaggio…).

 

E’ questo coraggio e questa volontà che crescono in noi per poter vivere il “piccolo incidente” della quotidianità il più coscientemente possibile – aprendosi a far liberare le emozioni associate esse stesse ad una comprensione più espansa della situazione con una ricerca di informazioni – che sono il motore che permette di ricaricare la sveglia e aprire sempre più gli occhi sulLA Realtà !

 

 

Il ricongiungersi dei Leo handicappati

 

L’impulso che ci spinge a partire per incontrare altre persone in cerca di Conoscenza cominciava a concretizzarsi sistemando il furgoncino e con una prima condivisione su Skype con Jacques Vesone.

Una delle prime cose che ci racconterà fu l’arrivo di una gatta timorosa, affamata e a tre zampe ! Conquistò lui e sua moglie ed elesse suo domicilio nella loro casa.

 

 

Scoppiammo a ridere viste le avventure dei felini che avevo vissuto e soprattutto la mia prima sinergia con i gatti di Saint Just quando misi il dito nell’ingranaggio con la Tre-Zampe !

In seguito, un secondo incontro ebbe luogo con Joel e Virginie.

Dall’inizio della condivisione Sand chiede per scherzo : “Avete un gatto a tre zampe ?”. E guarda caso (che non è il solo), rispondono “Si, è una gattina paurosa che è arrivata tempo fa, e ora è la nonna di molti gatti qui.”

I piccoli felini insistevano, evidentemente non avevo ancora colto l’essenza del messaggio.

 

 

La cifra 4 persevera

 

Riprendiamo dall’inizio : per il semplice effetto specchio, la loro disabilità, la loro ridotta motilità e la difficoltà a camminare, in realtà tutto ciò stava parlando di noi.

Se il quattro simboleggia la materia, allora il grande gatto in noi, l’Urmah. per il momento, non può esprimere completamente il suo potenziale sino a che non trova una struttura adeguata affinché possa incarnarsi.

 

Sempre riguardo al numero 4, ci fu una svolta importante attraverso la realizzazione del Dialogo 44 di Sand e Jenael. Identificarono profondamente che si può formare un canale di predazione attraverso una persona (generalmente inconsapevole del suo ruolo) e ostacolare un’energia SDA in formazione nel gruppo. L’entità SDS che si manifesta attraverso questo individuo impiega tutta la sua energia ad arginare e limitare la crescita dell’egregora SDA che permetterebbe alla coscienza di innalzarsi al di là del muro dell’entropia.

 

Da che David ed io ci siamo incontrati, non abbiamo mai smesso di vedere il 4 dappertutto tanto da sentirsi ossessionati. E che età aveva David in quel momento ? 44 anni, ovvio !

Ed era anche frequente vedere 4444 !

4 volte 4.

 

Ora mi appariva chiaro che siamo tutti e quattro invitati a ritrovare ciascuno l’uso delle nostre quattro zampe per poter ricadere sulle nostre zampe nelle prove al momento presente e in futuro… Poiché se i nostri quattro gradini individuali, quindi i nostri 16 gradini di gruppo non sono abbastanza solidi, la casa che vogliamo costruire con gli altri rischia di traballare !

 

Lasciando perdere ora questa visione dei quattro scalini, o quattro strade o ancora le quattro polarità complementari, ecco cosa ho compreso :

 

  • Il primo gradino necessario al cammino SDA è quello di una volontà da leone e di un coraggio formidabile.
  • Il secondo è quello di un cammino autentico per equilibrare le polarità femminile e maschile.
  • Il terzo è una ricerca assidua di conoscenza per acuire sempre più il discernimento, soprattutto riguardante gli inganni infiniti dei Signori dell’entropia.
  • E la quarta zampa, tatan…

E’la fusione e L’INTEGRAZIONE ATTRAVRSO L’ESPERIENZA dei tre gradini precedenti, ed è quello che fa difetto a molte persone anche se in ricerca di verità e libertà.

 

 

La lotta di spade

 

Lo strumento più efficace che utilizza il predatore per impedire il processo di integrazione attraverso la sperimentazione è la lama tagliente della falce che seziona la zampa di Leo : la falce si nasconde tutt’attorno con il Controllo e il Senso di Colpa !

 

Questa quarta zampa che perfeziona l’equilibrio, permette all’uomo di correre e balzando come un leone ridando, così, all’essere multi-dimensionale e multi-temporale quali noi siamo, il suo pieno potenziale espressivo e creativo.

 

Per il momento, se il “messaggio, tre zampe” è rivolto con insistenza verso la mia direzione, è perché la mia quarta zampa è ancora un moncherino !

Sono ben consapevole che ad ogni prova che si presenta, il mio desiderio è quello di andare più in profondità a me stessa (e lo faccio) per trarne il potere dell’insegnamento che permette di riaggiornare la metamorfosi in corso, o, in altre parole, approfittare al massimo dell’impulso della sveglia !

 

Ma ciò di cui si tratta, è un gradino che mi chiede di spingere ancora più in là il limite delle mie credenze, come la storia che avevo letto (ma che non riesco più a trovare) di quel bimbo appassionato di salamandre che ne ha osservata una che si è fatta ricrescere una zampa tagliata. Un giorno egli visse la stessa sorte. Visto che non era limitato dalle credenze come nel caso di questo contesto, fu in grado di ricostituire lui stesso tutti i tessuti del suo piede !

 

“Le salamandre sono i soli esseri viventi che possiedono la capacità di rigenerare alcune parti del loro corpo come le zampe o la coda, o anche porzioni di organi come l’occhio o il cuore dopo l’amputazione. La ricrescita di un membro del corpo deriverebbe dalla formazione di membri allo stadio embrionale. Così, dopo la perdita di una zampa, all’estremità del moncherino apparirebbe un inizio di quelle cellule.

Moltiplicandosi, queste formano nuovi tessuti della pelle, dei muscoli, ossa e nervi. Poco a poco, la zampa si forma. Dopo quattro mesi, la nuova zampa è completamente funzionante. Tale fenomeno di “rigenerazione spontanea” è da molto tempo un sogno dell’uomo, e questo fa della salamandra un simbolo d’ immortalità“. Casa Salamandra

 

 

Quindi la salamandra mi insegna a spingere al di là del concepibile di 3D le mie percezioni e le mie azioni.

 

Ritornando ai nostri gatti a tre zampe e osservando i segnali, un dettaglio conferma il mio sentire: i tre gatti tre zampa della mia bolla di percezione sono femmine ! La zampa tagliata dal predatore così come il controllo si rivolgono ben al genere femminile.

 

Comincio a sentire il peso di una grande responsabilità…

Sta a me vedere il controllo programmato nei minimi angoli delle mie cellule e soprattutto ciò che si nasconde dietro ! Identificare quindi ciò che la femmina Amasutum SDS cerca di schivare…

 

E certo, si torna sempre al “satanico” ruolo femminile, e lo si può proprio dire, visto che “questo simpaticone” (Satana) ha ostruito “Sacramente” l’accesso ! Questo specifico ruolo comprende tra l’altro il “deragliare” e il “togliere il lucchetto alla camicia di forza alle memorie sin nel DNA per poterle comunicare al maschile affinché possa svolgere a sua volta il suo lavoro.

 

E’ il maschio patriarcale che ha tranciato una delle zampe del leone, ma tutto questo fa parte di un grande stratagemma perfettamente orchestrato per mantenere il conflitto tra il maschile e il femminile e fare in modo che gli opposti non possano riunirsi per ritrovare l’equilibrio dell’androginia originale : l’ ”androginale” !

 

Quindi la femmina, che con la sua ribellione e la guerra che ha dichiarato al maschio, rifiuta il suo ruolo di iniziatrice (nel senso che è lei la prima a dover coscientizzare e trasmutare nella sua carne i suoi programmi di predazione), perpetua questo schema di separazione poiché non permette anche la maschio di liberarsene.

 

La guerriera SDS, percependo con acutezza gli schemi della predazione nell’altro, non vuole che lui esca dalla sua prigione, e ancora meno accogliere di superare la sensazione di ingiustizia e di umiliazione affinché possa avere luogo il processo di riappacificazione.

 

 

Breve studio sui simboli

 

Rispetto ai numeri, un dettaglio interessante è che io ho 34 anni, e ancora il 3 e il 4, e il 4 viene dopo il 3. Ancora un messaggio che mi indica l’importanza di questo ciclo rispetto al passaggio del 3 verso il famoso 4. I due insieme formano il 7 (cifra di equilibrio in movimento).

 

Rispetto al 7, in questi giorni è accaduto uno strano evento: avevamo pubblicato un annuncio che proponeva di condividere il pascolo dei nostri cavalli con altri, e condividere così anche la sorveglianza e poter patire. La prima settimana nessuna risposta poi ad un tratto, nello stesso giorno, due chiamate. La prima di Samir con quale ci siamo accordati per un appuntamento e che poi non è venuto poi Vincent che avevo già conosciuto, che è venuto portando la sua cavalla con i nostri.

Accade che il numero di telefono di Samir contiene tre 7 di fila e quello di Vincent ne ha quattro di fila (7777). Al momento non ci ho pensato, ma ho conservato questo occhiolino in un angolo della mia mente.

 

Poi dei sogni hanno messo l’accento sul mio legame con certi uomini e mi hanno spinto a rivedere le mie relazioni prendendone le distanze. Già lo sapevo, ma mi sono accorta in modo ancora più marcato che ricorreva l’attrazione verso l’energia chiaramente Gina’Abul. E casualmente, Samir è il nome di un uomo per il quale io sentivo una forte attrazione di questo tipo e quel Vincent (che avevo già incontrato) ha risvegliato in me una forte attrazione e fascino. Parallelamente a questo sentire, eventi quotidiani con loro hanno risvegliato quasi sistematicamente in me delle ferite di umiliazione, di sottomissione e di ingiustizia.

 

Perché il 7 ? Forse mi indicava un equilibrio da scoprire attraverso l’approfondimento della lezione ? In uno si ripete tre volte, nell’altro quattro, ossia va ad aumentare. Ancora il 3 che segue il 4 (che sommati formano 7) !

 

Ho forse bisogno di coscientizzare che l’Amasutum, che sono su un altro piano, ha bisogno di essere attirata dal suo rivale per intraprendere una guerra ? Per poter, alla fine, accettare il suo vero ruolo e iniziare una fase di risoluzione del conflitto…

Guardiamo un po’ i tesori che troviamo sfogliando nel dizionario dei simboli di Jean Chevalier e Alain Gheerbrant che brulica di informazioni…

Tutti i prossimi stralci provengono da questo libro tranne se ne menziono un’altra fonte.

 

 

Simbologia della cifra 3

 

“ La ragione fondamentale di questo fenomeno ternario universale è senza dubbio da ricercare in una metafisica dell’essere composito e contingente in una visione globale dell’unità-complessità di ogni essere in natura, che si riassume nelle tre fasi dell’esistenza; apparizione, evoluzione, distruzione ( o trasformazione); o nascita, crescita, morte; o ancora secondo la tradizione e l’astrologia: evoluzione, culmine, involuzione”

 

Il passaggio che segue risuona particolarmente con le nostre avventure del momento :

 

“Tre è il numero simbolico del principio maschile nei Dogons e i Bambara (popoli del Mali… ndt), col quale il suo glifo rappresenta la verga e i due testicoli. Simbolo della mascolinità, è anche quello del movimento, in opposizione al 4, simbolo della femminilità e degli elementi. Per i Bambara, scrive G Dieterlen, il primo universo è il 3, ma non viene realmente manifestato, ossia prende coscienza solo col 4. Questo fa si che la mascolinità (3) viene considerata dai Bambara come uno stimolo di partenza, che determina la fecondità, mentre l’espansione di quest’ultima e la sua conoscenza totale può essere compiuta solo con il femminile.”

 

Ecco come il 3 ci porta naturalmente verso il 4. Dalla programmazione 3D basata sulla logica maschile estrema, occorre raggiungere uno stato d’equilibrio, sviluppare la capacità di integrazione femminile che permette di accedere alla Conoscenza totale, la reale manifestazione della Coscienza.

 

 

Simbologia della cifra 4

 

“Il quattro si rivela ancora qui, con i suoi multipli e divisori, il simbolo della totalità.

(…) nella visione di Ezechiele che risale al 583 prima della nostra Era, si osserva già questo simbolo straordinario : … Distinguevo una sorta di quattro animali : avevano la forma umana ; ognuno aveva quattro volti e quattro ali…Le loro facce erano rivolte verso le quattro direzioni. Avevano il volto da uomo e tutti e quattro avevano una faccia di leone a destra, una di toro a sinistra...e una faccia d’aquila.”

 

 

Scopriremo in seguito come questa informazione che avevo ricevuto si sarebbe manifestata sotto diverse forme affinché l’importanza del messaggio potesse essere coscientizzata e integrata.

 

“(…) Oltre ai quattro elementi e le quattro direzioni cardinali (comandati secondo gli indiani Pueblo dai Quattro Dei della pioggia, e per i Maya, dalle quattro tigri o giaguari, che difendono le piantagioni del villaggio), gli Zuni (Pueblo) vedono al fondo della terra quattro caverne, i quattro ventri della Madre-Terra. Dal gradino più basso, l’oscurità estrema del mondo, provengono gli uomini, grazie all’azione dei gemelli divini, i guerrieri Ayahutas, creati dal sole e inviati da lui alla ricerca degli uomini.”

 

Ancora una volta il felino punta il suo naso ! E’ l’energia solare, manifestata dalla complementarietà dei due esseri, che vanno a cercare l’umano nelle profondità del suo sonno…

 

“(...) Per i Dogons del Mali, quattro è il numero della femminilità, e, per estensione, quello del sole, simbolo della matrice originale… Quattro è anche il nome dato al prepuzio, considerato come l’anima femmina dell’uomo, che viene circonciso per questa ragione.

Per i Dogons, l’uno è l’errore, l’impuro. La purezza è il giusto che vuole che ogni cosa creata sia due in uno, gemellanza fatta all’associazione dei sessi – i principi contrari, come si è visto per quanto riguarda l’anima. Da qui, è sotto forma del suo doppio, l’otto, che il numero quatto diventa il simbolo della creazione.

…Ma la perfezione è rappresentata, secondo i Dogons e i Bambara, dal 7 che associa i due principi – o sessi – opposti : il 4 principio femminile e il 3 principio maschile.”

 

Non è la prima volta che constato un ‘inversione (rispetto alla credenza generale) riguardante la polarità simbolica del sole, che in questo caso sarebbe l’espressione di un’energia creatrice femminile. E’ molto interessante vedere sino a che punto il quattro è legato alla rotondità, che si ritrova nelle caratteristiche femminili, nel sole e nel prepuzio.

Ancora una volta, in modo assolutamente naturale, il numero 7 appare sotto il significato di gemellanza.

 

“(…) Quattro, numero degli elementi, è il numero delle porte che l’adepto della via mistica deve superare, secondo la tradizione Sufi e delle antiche congregazioni dei dervisci turchi. A ciascuna di queste porte viene associato uno dei quattro elementi, secondo la seguente progressione ; aria, fuoco, acqua, terra…Questi eletti vengono chiamati gli amanti.

Dall’aria alla terra, c’è un’inversione dell’evoluzione mistica, rispetto a quella immaginata di solito dallo spirito europeo… Ma la dottrina Sufi, forse in modo più netto di quella cristiana, fa parte di un postulato secondo il quale ciò che noi chiamiamo Realtà, è solo un riflesso (quindi irreale), dell’unica Realtà, divina e trascendente, nascosta dal velo della dualità che separa il non credente da Dio…”

 

Si potrebbe ben dire che la cifra 4 ci invita a seguire la pista alchemica con le sue tappe essenziali che si ritrovano in alcune tradizioni che detengono una chiave per aprire la porta verso la Realtà.

 

Nel Tomo II dell’Onda, Laura Knight fa riferimento alle quattro vie descritte da Gurdjeff che insiste in modo particolare sulla quarta :

 

“La “quarta Via” insegnata da Gurdjeff, apparentemente raccomandata dai Cassiopeiani e dai Sufi – non esige ALCUN ritratto del mondo reale. Non riveste “una forma definita”, contrariamente alle Vie del fakiro, del monaco e dello Yogi (le tre vie precedenti).

Nella quarta Via, “il lavoro” consiste di servirsi della nostra vita e del nostro ambiente circostante per lavorare su tutti gli aspetti. Si lavora sulla maestria del corpo, lo sviluppo mentale, l’integrazione e lo sviluppo delle emozioni. E questo avviene con una PRESA DI COSCIENZA, combinata alla CONOSCENZA, la VOLONTA’, e l’AMORE – quest’ultimo compreso correttamente – si deve diventare maestro del proprio corpo, del proprio mentale, e delle proprie emozioni.

 

L’esigenza principale della “quarta Via” – secondo gli insegnamenti Sufi e Cassiopeiani – è la COMPRENSIONE. Dobbiamo prendere coscienza il più possibile della nostra realtà e non INTRAPRENDERE NIENTE che non comprendiamo, a meno che il nostro scopo sia la sperimentazione, la scoperta che potrebbe portare ad una migliore comprensione. Più comprendiamo CIO’ CHE facciamo, più si espande la nostra coscienza. Comprendere ci permette di purificare le nostre emozioni più rapidamente.

 

La fede – del monaco come noi la concepiamo di solito – non è necessaria in questa Via. La fede – nella sua accezione cristiana – è piuttosto l’opposto. Nella “quarta Via”, l’individuo deve “verificare la verità di ciò che gli viene detto”, attraverso la ricerca, l’indagine e la sperimentazione. Non deve agire “per fede” sino a che non ha lui stesso verificato su di sé. La fede acquisita in questo modo è di natura completamente diversa.”

 

Il quattro mi conferma che questo percorso iniziatico e alchemico non si attua attraverso percorsi straordinari e fuori dal comune, ma secondo la coscienza e la determinazione con cui si vive il quotidiano e con la COMPRENSIONE che si sviluppa a seguito di ogni evento.

 

 

Simbologia della cifra 7

 

“…Sette indica la totalità degli ordini planetari e angelici, la totalità delle dimore celesti, la totalità dell’ordine morale, la totalità delle energie e principalmente dell’ordine spirituale.

.. Sette indica il senso di un cambiamento dopo un ciclo compiuto e un rinnovamento positivo.

…Il numero sette simboleggia universalmente la totalità, ma di una totalità in movimento o di un totale dinamismo

…La cifra sette, che inaugura la trasformazione, possiede in sé un potere, è un numero magico

…Se si crede nel Talmud, gli Ebrei vedevano nel sette il simbolo della totalità umana, maschio e femmina assieme; e questo per la somma del quattro col tre.

…Gli esempi sono innumerevoli. Si tratta di un numero sacro, generalmente benefico, a volte malefico. Un detto dichiara che il sette è difficile.

…Per i Maya, il settimo giorno, situato in mezzo ad una settimana di tredici giorni, rimane sotto il segno del dio Giaguaro.

.. I Dogon considerano il numero 7 come il simbolo dell’unione dei contrari, la risoluzione della dualità, quindi simbolo di unità a da qui di perfezione. Ma tale unione dei contrari che più precisamente è quella dei sessi, è anche simbolo di fecondità.

… Il sette, numero dell’uomo perfetto - ossia l’uomo perfettamente realizzato – è, e lo si comprende facilmente, il numero dell’androginìa ermetica, come in Africa è simbolo dei gemelli mistici. Per cui sembrerebbe certo che l’androginìa e la gemellanza fanno uno.”

 

Riguardo a questo numero non ho niente da aggiungere visto che tutto viene spiegato pienamente.

Vediamo apparire di nuovo il felino che mi dà la spinta a scavare ulteriormente e vedere quali chiavi possono essere scoperte da questa bibbia sulla simbologia.

 

 

Simbologia del gatto

 

“L’antico Egitto venerava, sotto le sembianze di Gatto divino, la dea Bastet, come una benefattrice e protettrice dell’uomo. Numerose opere d’arte la rappresentano con un coltello nella zampa, che taglia la testa del serpente Apophis, il Dragone delle tenebre,che impersona i nemici del Sole e che si sforza di far rovesciare la barca sacra durante il suo attraversamento del mondo sotterraneo.

 

Il gatto simboleggia qui la forza e l’agilità del felino, che una divinità tutelare mette al servizio dell’uomo, per aiutarlo a trionfare sui suoi nemici nascosti.

 

…Secondo la leggenda, poiché i gatti infastidivano i passeggeri dell’Arca, Noè passò la mano sulla fronte del leone che starnutì, emettendo fuori una coppia di gatti ; ecco perché tale animale assomiglia ad un leone.

 

… Dall’abilità all’ingegnosità, si passa al dono della chiaroveggenza ; per questo molte borse medicina vengono confezionate con pelle di gatto selvatico nell’Africa centrale”

 

Il gatto ha uno stretto legame con il numero sacro (7). Ovviamente, perché con le sue sette vite, le sue attitudini a vedere le alte sfere, la sua capacità di identificare l’energia rettiliana e di tagliare, partecipa attivamente all’equilibrio nel movimento che il 7 simboleggia.

 

Ecco uno stralcio di Sua maestà il gatto nel quale Louis Nucéra parla di sette vite o anime :

 

“Maometto che venerava i gatti- di cui Muezza, la sua gatta – aveva promesso loro l’eternità e un posto in paradiso tra gli esseri più puri. Maometto vestì di sette anime il loro corpo, questo spiegherebbe la loro resistenza alla morte (poi gli Inglesi gli hanno attribuito nove vite).”

 

Questo passaggio, mi indica qualcosa nel mio attuale quotidiano con la Gatta: se si associa al numero 7 una delle parti della casa, mi sembra che il più appropriato sia il granaio, la stanza più alta. Ebbene, la gatta è molto affezionata a questo luogo. Se sente che ci sto andando (visto che vi si accede da fuori), corre e mi segue, poi non c’è verso per farla scendere.

Per un gatto che ha la mania di rimanere chiuso, mi è accaduto cheper una o due volte ho dovuto aprire la porta per rendermi conto che ci era dimenticati. E stranamente nessun problema per lei, ronfava tranquillamente !

 

E’la prima volta che vedo un gatto girarsi così spesso sulla schiena mostrando le sue quattro zampe.

Dà l’impressione che goda completamente della vita ma anche che dica “Hu,Hu, guarda ! Sono in pieno possesso dei miei mezzi !”

 

Possiamo anche constatare che il taglio della lama ritorna di nuovo ma questa volta nella zampa di un Urmah, che sfodera la spada di fronte al Gina’Abul per ristabilire il fragile equilibrio : “…un coltello nella zampa, che taglia la testa del serpente Apophis, il Drago delle Tenebre, che impersona i nemici del sole e che si sforza di far ribaltare la barca sacra durante il suo attraversamento nel modo sotterraneo.

...Il gatto simboleggia qui la forza e l’agilità del felino, che una divinità tutelare mette al servizio dell’uomo, per aiutarlo a trionfare sui suoi nemici nascosti.

 

Questi esseri solari che sono gli Urmah o i Leonis, irrompono qui con tutto il loro splendore e mi ricordano le mie origini. Queste si risvegliano ogni volta un po’ di più dopo un ribaltamento della barca negli abissi della Matrice artificiale. Ogni risalita in barca attiva un po’ più la mia genetica di Gatto Divino.

 

 

A proposito del coltello

 

Si potrebbe tentare di mettere assieme gli elementi di questo argomento per vederci più chiaro :

 

Una forte comprensione che è stata sperimentata quindi raccontata nel Capitolo V, fu la mia capacità di tranciare per disattivare la presa della predazione sia che fosse quella di fronte a me o la mia (che comunque vanno di pari passo) e che fosse con un’azione o meglio una non-azione.

 

Attualmente, coscientizzo attraverso la presenza simbolica di tutti quegli animali a cui manca una zampa, sino a che punto l’energia predatrice non smetta di usare la sua lama per ostacolare un individuo che tenderebbe a evolvere verso un futuro SDA che non può dominare.

 

Così la capacità di tagliare è presente in entrambe le polarità.

 

Succede che durante lo svolgimento delle ripetute esperienze di gatti a tre zampe, due persone sono venute a vedere il nostro nuovo pascolo e anche per recuperare il coltello che Sand aveva portato via prima con altre cose per il pic-nic senza rendersene conto. Loro dissero che gli mancava il “tagliare”.

 

E quella fu una condivisione dove la predazione non mancò all’appuntamento per una lotta a duello tra un femminile molto emotivo, ma suo malgrado imprigionato nel suo schema di controllo terapeutico, e un maschile molto intellettuale chiuso nei suoi condizionamenti di suscettibilità e di reazione.

E’ Sand che si accorse di questa messa in scena e che tagliò sul vivo, indirizzandosi particolarmente al predatore che passava attraverso il femminile, spesso molto meno visibile perché più fine e manipolatore.

 

La forza tagliente del felino è quella che l’umano a orientamento SDA (ben lontano dal concetto di “Amore e Luce”) impara a sviluppare per “tagliare” la testa del serpente che cerca di ipnotizzare sia dall’interno che all’esterno di lui.

In effetti si tratterebbe di ciò che noi due (Sand ed Hélène), stavamo scoprendo in noi stesse : il famoso controllo femminile che può usare ogni tipo di travestimento per non contattare il suo ruolo mettendo così inconsciamente e costantemente dell’olio sul fuoco accentuando continuamente la separazione tra l’emozionale e l’intelletto.

 

Fin tanto che il predatore che usa il falcetto del Controllo e del Senso di Colpa, non viene smascherato, continuerà a recitare il suo ruolo che consiste nel mantenere la separazione primordiale tra il femminile e il maschile, separazione che mantiene lo stato di disperazione nell’angelo decaduto che esiste in ognuno di noi.

 

In quel momento eravamo tre donne e tre uomini, ed io constatai che le donne erano perfetto specchio (con diversi gradi di consapevolezza) della forza di controllo che emanava da un’origine molto rettiliana. La negazione che vedevo di fronte a me mi riportava violentemente al mio proprio rifiuto, presente nella guerriera Amasutum che si sente umiliata e in pericolo di morte. L’unica opzione che pensa di avere è quella di attaccare !

 

Compresi che quando entravo in questo ciclo così potente e ripetitivo della rabbia verso la mia controparte maschile, dovevo ricordarmi dell’altra lama: quella del Leo per strapparmi dalla presa della mia parte SDS a scaglie (questo richiedeva spesso uno sforzo sovrumano !).

 

E’ solo nel momento in cui attraverso il velo emozionale mantenuto dal predatore controllore in me, che divento capace di entrare in contatto con l’emozione soggiacente portatrice dell’insegnamento della mia Supercoscienza.

 

Ciò significa che divento capace di accedere alla lezione che mi riguarda attraverso la scena che si sta svolgendo nella mia bolla di percezione.

 

O ancora, che oso pormi sinceramente la domanda : “Quali sono le faglie (debolezze) che non ho ancora coscientizzato e che mi vengono dolorosamente mostrate ?”

 

La mia quarta zampa poteva iniziare la sua rigenerazione poiché cominciavo ad assumere il ruolo femminile di cui sono portatrice, così com’è e non per quello che io vorrei fosse…

 

Mi stupisco ogni volta nel constatare sino a che punto le informazioni che ricerco per approfondire le mie comprensioni degli eventi quotidiani calzino a pennello, confermandomi intuizioni e offrendomi nuove tracce da esplorare, che esse stesse mi aiutano a ricadere sulle mie zampe in rapporto ad una moltitudine di segnali che all’inizio non sono sempre chiari.

 

Mi accorgo quindi, che avendo semplicemente letto una dopo l’altra la simbologia di ogni elemento presente in questo momento nella mia bolla di percezione, un legame logico e progressivo scorre da queste informazioni :

La cifra 3 (maschile) ci porta direttamente a considerare l’importanza del 4 (femminile) che gli offre il crogiuolo permettendogli una reale trasformazione, Poi, dalla scoperta della forza simbolica del 4, segue naturalmente quella del 7. Poiché è solo grazie a questa complementarietà (del 3 e del 4) che il maschile e il femminile possono vivere un completamento totale, ma sempre in movimento.

 

A forza di constatare l’insistenza di questi numeri associati alla loro manifestazione nella materia, e le comprensioni che ho potuto realizzare a seguito di questi messaggi che mi divulga mano a mano la mia Supercoscienza, in modo complementare alla ricerca numerologica, posso avanzare un mio pensiero e il mio sentire :

 

Sono stata portata a guardare il valore sacro e simbolico del tre, che per me era un numero di completamento perché simboleggiava la dualità (i due punti della base di un triangolo) trasceso da una terza forza, quella che si eleva, che osserva, che si distacca (e forma il terzo punto del triangolo). Mi sono resa conto che sin da piccola ero impregnata di questo numero perché affermavo senza esitare che la mia cifra preferita era il 3.

 

Poi ho preso coscienza dell’onnipresenza del tre, che fosse nelle dottrine Giudeo-Cristiane, o nella logica New Age. La “Santa-Trinità” è un valore estremamente presente e potente che ci viene servito in tutte le salse sino ad addormentarci (o piuttosto a mantenerci addormentati).

 

Non sto dicendo che il tre sia cattivo, ma piuttosto che è portatore di informazioni che fanno parte del cammino alchemico dell’essere umano. Tutto dipende da ciò che se ne fa.

 

Giustamente, gli iniziati SDS al potere, sanno che con le parole, i gesti, le lettere, i numeri, i simboli…, possono manipolare ed esistono delle scuole specializzate a questo (come le numerose logge Franco-Massone).

 

Essi hanno tutto l’interesse a utilizzare il tre portatore dell’energia maschile e corromperlo per farne un numero di culto che manterrebbe i loro adepti del “Padre, Figlio, e Spirito Santo” (tre soggetti maschili) bloccati ad un certo gradino della scala; quello del patriarcato, facendogli credere che in questo schema risiede il completamento.

 

Stavamo chiamando il nostro sito “Trinità”, ma qualcosa non ci soddisfaceva veramente... Poi quando fu il momento, il titolo “Epopea della Coscienza” ci entusiasmò ed ora comprendo : abbiamo optato per la conoscenza in movimento, la sperimentazione.

 

Un bell’esempio di alterazione di questo numero viene illustrato dal simbolo della piramide degli Illuminati.

All’ombra della piramide, all’ombra dell’Egitto, precursore di credenze monoteiste e patriarcali creati dai “falsi-dèi” Annunaki, è difficile concepire (e da vedere !) che c’è un piano dietro questo muro imponente.

Un piano simboleggiato dal quattro inscritto in un cerchio, attraverso il quale una grande trasformazione, quella dell’integrazione del ruolo femminile, ci offre la possibilità di alleare le sue energie complementari e sperimentare col sette l’equilibrio in movimento.

 

Conclusione

 

Questa prima parte del Capitolo illustra, quindi, in maniera molto semplice e progressiva come, prestando attenzione ai “modesti” eventi della vita quotidiana, ognuno possa, passo dopo passo, ricostituire l’enigma che porta al tesoro.

Gli animali a tre zampe hanno svolto per me il ruolo di bussola o di risveglio disseminando il cammino affinché mi perdessi sempre meno e i miei occhi si aprissero sempre più.

Mi mostrano sino a che punto vengo impedita dai miei programmi, e se ho il coraggio di buttarmi a pieno nella cassa del tesoro, mi svelano poco a poco come fare ad azionare nuovi programmi più funzionali per una pulizia in modalità “molto sporco” della mia anima e del l’involucro carnale portatore di memorie karmiche ben impregnate !

 

Aggiunta dell’ultimo minuto !

 

Sto leggendo nel tomo III dell’Onda (pag 187-188) un dialogo tra Laura Knight e i Cassiopeiani che completa e conferma l’informazione riguardante i limiti del numero 3 che si trova nella piramide. Non l’avevo sentito da nessuna parte prima ma il mio sentire associato a tutte queste sincronicità mi hanno spinto a condividerlo.

 

D : (Laura Knight) : Qual è il significato del numero 33 ? La quadratura del cerchio…un cerchio da cui è impossibile uscire !

R : (Cassiopieiani) E’ qui l’inganno! Ricordatevi: coloro il cui scopo è di servire se stessi cercando il potere supremo sono condannati a servire altri come loro, e vedono solo ciò che vogliono vedere.

(...)

D : Ovviamente il 33 rappresenta il Serpente, la Medusa, ecc.

R : Hai parlato di piramidi, interessante… E qual è la figura geometrica unidimensionale corrispondente ?

D : Beh, il triangolo. E se si mette il triangolo con la punta verso l’alto, dà 3 e se si aggiunge un triangolo con la punta verso il basso, anche dà 3 ottenendo 33. Sono sulla buona strada ?

R : Si

D : C’è un legame tra il numero 33 e la piramide di Keope ?

R : Si

D : E qual è questo legame ? Vuol dire che i costruttori della piramide facevano parte di questa società segreta ?

R : Si, e quel simbolo è collegato ai serpenti e ai Grigi in Matrix ?

D : Parlate del triangolo con la testa di serpente all’interno ?

R : Si

D : Il numero 33 si riferisce a un gruppo “di alieni” o di umani dotati di conoscenza e di poteri superiori ?

R : L‘uno o l’altro

D : E’ il gruppo al quale fa riferimento Bramley (nell’opera “ Gli Dei dell’Eden”) quando parla della Fratellanza del Serpente ?

R : Si

 

Hélène

 

 

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